«Nella Chiesa qualche debolezza
ma soprattutto tanta dedizione»

Il Duomo giovedì mattina era pieno di sacerdoti per la Messa crismale del Giovedì santo. A concelebrare, oltre a monsignor Beschi c'erano altri quattro vescovi, i monsignori Lino Bellotti, Gaetano Bonicelli, l'abate di Pontida Francesco Monti e Novatus Rugambwa, appena nominato nunzio apostolico in Angola, Sao Tomè e Principe.

All'altare sono stati portati, in nuove, preziose ampolle di vetro di Murano i tre olii destinati ai sacramenti (Battesimo, Unzione degli infermi, Cresima, Ordinazione sacerdotale) per la benedizione, ma oltre a questi “c'è un quarto olio – ha detto il vescovo Francesco Beschi - che viene consegnato alla Chiesa, l'olio della letizia. Questo è il nostro mandato: il mandato della gioia”.

In queste settimane la Chiesa è al centro di attacchi anche feroci sul tema della pedofilia, che puntano il dito sulle colpe, molto gravi, di alcuni: “Sì, siamo consapevoli di questa povertà” dice mons. Beschi eppure “noi non siamo sacerdoti anzitutto per il nostro valore morale, ma per la grazia di Dio”, che è soprattutto “grazia della fraternità”, nella “reciproca testimonianza di fede e di aiuto”. Il prete è chiamato sempre a “umiltà, conversione” ma deve anche riconoscere ed essere fiero delle tante “testimonianze significative” di amore e di dedizione vera nei confronti del popolo cristiano “che esistono anche nella nostra diocesi”, la cui sorgente non scaturisce da particolari capacità umane ma dal “radicamento in Cristo Gesù”.

Il vescovo durante la Messa ha ricordato i tanti sacerdoti “morti in Cristo” quest'anno, molto significativi per la diocesi, “anzitutto il carissimo fratello nell'episcopato monsignor Roberto Amadei”.

In serata, nella Messa «in Coena Domini» il vescovo ha lavato i piedi ai suoi sacerdoti.

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