Bergamo, la Guardia di finanza
scopre nove evasori totali

Sembravano inattive e non presentavano le dichiarazioni annuali - obbligatorie - da alcuni anni, ma sono state controllate dalla Guardia di finanza di Bergamo perché «tradite» dall'incrocio dei dati contenuti nelle banche dati informatiche. Così, dopo una lunga attività di analisi e riscontro delle informazion, si sono concluse verifiche fiscali nei confronti di 9 imprese, tutte evasori totali per notevoli importi.

È stato inutile il tentativo di occultare l'evasione, distruggendo o facendo sparire la documentazione contabile e, in alcuni casi, intestando le società a prestanomi: attraverso i riscontri informatici sono stati individuati centinaia di clienti delle società sottoposte a verifica e, tramite essi, ricostruiti integralmente i volumi d'affari.

È così emerso che le 9 imprese (7 operanti nel settore edile, 1 in quello tessile e 1 nel commercio di autoveicoli), tutte con sedi fittizie fuori dalla Lombardia ma effettivamente collocate a Bergamo, non hanno pagato le imposte dirette su 48,6 milioni di euro complessivi ed evaso Iva per 11,5 milioni di euro.

Nel corso dei controlli è stato scoperto anche che sono state emesse fatture false per 12,2 milioni di euro e utilizzati crediti di imposta inesistenti per compensare i contributi che le imprese avrebbero dovuto pagare all'Inps e all'Inail per i propri lavoratori dipendenti.

Al termine delle indagini sono state denunciate alla Procura della Repubblica di Bergamo 9 persone, ritenute responsabili di vari reati tributari. cinque di queste hanno ricoperto il ruolo di amministratori occulti, che effettivamente dirigevano dietro le quinte imprese formalmente intestate a prestanomi.

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