Cronaca / Bergamo Città
Mercoledì 31 Marzo 2010
Soffocò la fidanzata: 16 anni
e risarcimento di 400 mila euro
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I periti nominati dal gup Vittorio Masia il 27 gennaio 2010 avevano confermato il vizio parziale di mente per Pippia, confermando quindi la tesi del consulente dell'accusa, e cioè la «capacità di intendere e volere grandemente scemata ma non totalmente esclusa». Per questo motivo il pm Maria Esposito aveva chiesto una condanna a 12 anni più tre di ospedale psichiatrico giudiziario.
Il difensore Gianluca Quadri, basandosi sulla consulenza difensiva da cui risultava il vizio totale di mente, aveva invece chiesto l'assoluzione. Il giudice mercoledì mattina ha riconosciuto l'attenuante della seminfermità mentale ma, insieme alle attenuanti generiche, le ha ritenute equivalenti a una precedente condanna per detenzione di hashish, di fatto così annullandole.
Partendo da 24 anni, quindi, il giudice è giunto alla condanna a 16 anni in quando il rito abbreviato consente lo sconto della pena di un terzo. Restano i 4 anni in una casa di cura, che però saranno scontati solo se sarà riconosciuta la pericolosità sociale di Pippia.
Massimiliano Pippia è accusato di avere ucciso l'ex fidanzata, Barbara Brandolini di 27 anni, soffocandola: il corpo, avvolto in un piumone, era stato trovato nell'appartamento di Pippia, in via Pizzo Recastello. A dare l'allarme erano stati alcuni parenti, che attendevano la ragazza al matrimonio del fratello: non vedendola arrivare, avevano dato l'allarme alla questura.
Un controllo nell'appartamento di lei, in via Gasparini, non aveva dato esito: solo quando gli agenti avevano deciso di verificare dall'ex fidanzato avevano trovato il cadavere di Barbara Brandolini, senza segni di violenza. Pippia invece era stato rintracciato dopo alcune ore alla stazione ferroviaria di Trieste, dove era stato fermato. Portato in carcere, aveva ammesso, spiegando di aver ucciso la ragazza anche per dar seguito ad un desiderio di lei, dato che entrambi sarebbero stati stanchi di vivere.
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