I sindacati scrivono ai candidati
«Impegno per risolvere la crisi»

In vista delle prossime elezioni regionali, i tre sindacati Cgil, Cisl e Uil hanno inviato una lettera aperta a tutti i candidati per domandare il loro preciso impegno allo scopo di contrastare la pesante crisi che molti lavoratori stanno vivendo. Ecco il testo completo della lettera.

«Cgil, Cisl e Uil chiedono ai futuri amministratori regionali di farsi carico, in primo luogo, di precisi impegni per superare l'attuale grave crisi economica. Per questo sono necessari:
1) L'adozione di un metodo del confronto e della concertazione attraverso il quale sia possibile discutere e condividere, sia a livello regionale che a livello provinciale, le scelte di politica economica, gli investimenti, gli interventi di welfare
2) L'avvio di politiche di sostegno agli enti locali per interventi diffusi di conservazione del territorio e dell'ambiente naturale, di messa in sicurezza degli edifici pubblici e delle infrastrutture di viabilità, di risparmio energetico e per l'abbattimento delle emissioni. Tutti interventi che favoriscano lo sviluppo locale e la ripresa dell'attività economica con positive conseguenze sull'occupazione.
3) L'avvio, nei tempi stabiliti, dei numerosi progetti preannunciati negli accordi quadro di sviluppo territoriale. In particolare per quanto riguarda il trasporto ferroviario verso l'aeroporto, la Fiera ed il nuovo Ospedale; il sostegno allo sviluppo economico e sociale con azioni nei settori delle nuove reti tecnologiche, della ricerca, dell'innovazione di prodotto, in quelli del turismo e del terziario.
4) L'estensione oltre il 2010, se necessario, degli ammortizzatori sociali in deroga, per evitare la dispersione di un patrimonio lavorativo e professionale prezioso per la ripresa economica.
5) L'avvio di un piano straordinario sulle politiche del lavoro, concertato con le parti sociali, che veda le Province assumere maggiore ruolo nel governo e nell'indirizzo delle risorse destinate alla riqualificazione, formazione e ricollocazione dei lavoratori, con politiche mirate di incentivazione ai soggetti più deboli.
6) L'adozione di provvedimenti straordinari di sostegno alle famiglie di disoccupati che non accedono ai normali ammortizzatori sociali.
7) Risorse aggiuntive per investimenti che favoriscano l'integrazione, a partire dalla scuola, dal lavoro e dalle politiche sociali.
8) Investire nei giovani, in formazione, opportunita' occupazionale, protezione sociale.

A fianco di queste più immediate priorità vi sono altre misure che è necessario adottare per favorire e sostenere la ripresa:
9) Un rafforzamento della rete d'offerta scolastica con particolare riferimento alla formazione professionale e alla formazione continua
10) Un rafforzamento dei Centri per l'impiego superando le attuali gravi carenze strutturali.

Sul fronte delle politiche sociali, Cgil, Cisl e Uil chiedono ai futuri amministratori regionali, innanzitutto, un'inversione di tendenza rispetto all'attuale centralismo: servono più decentramento, più sussidiarietà, più autonomia e responsabilità per i Comuni e per gli Ambiti Territoriali che devono poter contare in modo certo sulle risorse dei Fondi Nazionali e Regionali. Analoghe inversioni di tendenza sono necessarie anche sul fronte della sanità, prevedendo per Asl e Aziende Ospedaliere più spazi di concertazione delle loro scelte col territorio e più autonomia nella gestione delle risorse e dei risparmi.

Cgil, Cisl e Uil fanno proprie e rilanciano le proposte e le elaborazioni prodotte dalle organizzazioni sindacali dei Pensionati, dal mondo del volontariato, dagli Enti Locali, dagli operatori e professionisti dei servizi sanitari e sociali in materia di aiuti alle persone non autosufficienti, dimissioni protette, prevenzione per ridurre l'incidenza delle malattie oncologiche, superamento della logica di competizione tra strutture sanitarie e adozione, al contrario, di principi di cooperazione secondo le priorità concordate sul territorio, sostegno a politiche di integrazione dei cittadini migranti e potenziamento della rete dei consultori familiari.

La Lombardia, regione tra le più ricche d'Europa, rischia di essere tra le prime anche per le distanze sociali tra chi può contare su un reddito elevato e sicuro e chi no: per questo sono necessarie più politiche di coesione, che diminuiscano queste distanze, a cominciare dal reddito, dalla casa e dall'accesso ai servizi per la salute e l'istruzione».

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