Disabile rapinato e picchiato
Arzaghese condannato a sei anni

È stato condannato a sei anni Francesco Liso, 45 anni, di Arzago, l'uomo che il 30 maggio dello scorso anno era entrato nella villa di un disabile e di sua madre, picchiandoli, legandoli e rapinando 1.200 euro. La sentenza è stata emessa mercoledì 23 febbraio dal gup Patrizia Ingrascì al termine in un processo con rito abbreviato. L'uomo doveva rispondere dei reati di rapina aggravata, sequestro di persona, lesioni ed estorsione.

Tre gli episodi contestati: l'assalto in casa di madre e figlio, una precedente estorsione che i due avrebbero subìto da Liso e che non avevano mai denunciato e una rapina che, secondo l'accusa, il quarantacinquenne avrebbe messo a segno il 29 gennaio del 2009 al «Centro spesa Cervi» di Casirate d'Adda.

L'episodio più grave è quello accaduto alle 19,30 di sabato 30 maggio nell'abitazione di via Ariberto ad Arzago dove vivono Nicola Devizzi, pensionato di 64 anni, invalido civile, e la madre Giuseppina, 87 anni. Un bandito - secondo gli inquirenti Liso, che tra l'altro fino a qualche tempo prima abitava in un appartamento datogli in affitto proprio dai Devizzi - aveva scavalcato la recinzione della villa ed era entrato armato di coltello dalla porta principale, tenendo in ostaggio i due per un'ora e fuggendo con un bottino di 1.200 euro.

Coperto in volto con una sciarpa, aveva estratto un grosso coltello da cucina, minacciando i due. Si era scagliato contro il sessantaquattrenne, picchiandolo e facendosi poi consegnare denaro per 200 euro. Non contento, aveva iniziato a rovistare un po' ovunque e non trovando nulla, aveva di nuovo picchiato il pensionato. Il quale, nel tentativo di difendersi aveva afferrato la lama del coltello procurandosi ferite alla mano giudicate guaribili in 15 giorni.

Devizzi era stato imbavagliato e legato mani e piedi con un filo della corrente. Stessa sorte (tranne per il bavaglio) era toccata anche all'ottantasettenne. La quale, alla fine, aveva rivelato al rapinatore dove si trovavano gli altri soldi, mille euro. Due ore dopo madre e figlio erano riusciti a liberarsi e a chiamare i carabinieri. Pare che i due, grazie anche alla sciarpa che s'era leggermente scostata dal viso durante la colluttazione, avessero riconosciuto Liso. Che era stato fermato quattro giorni dopo dai carabinieri di Caravaggio alla stazione ferroviaria di Verdello.

Stando alle contestazioni, Liso qualche mese prima avrebbe anche estorto 2.000 euro a madre e figlio, che però avevano denunciato il fatto solo dopo che il 45enne era finito in manette. Secondo gli inquirenti, Liso sarebbe anche il bandito che il 29 gennaio aveva assaltato, privo di armi, il negozio «Centro spesa Cervi» a Casirate d'Adda fuggendo con 350 euro. All'esterno due passanti avevano cercato di bloccarlo, ma il malvivente - non si sa se volontariamente o meno - aveva infilato la mano in tasca: un gesto che aveva allarmato i due, i quali - credendo che il bandito estraesse una pistola - lo avevano lasciato scappare.

Per Liso il pm Franco Bettini aveva chiesto una condanna a sette anni. Il 45enne s'è sempre dichiarato estraneo alle accuse e per questo motivo mercoledì la difesa aveva invocato l'assoluzione. Il gup Ingrascì lo ha però ritenuto colpevole, condannandolo a sei anni.

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