La Santa Messa sarà celebrata secondo questa intenzione: «Il Signore aiuti la Fraternità di CL a realizzare il proprio scopo: mostrare a tutti, secondo il carisma di don Giussani, la pertinenza della fede alle esigenze della vita».
«Questo gesto è espressione massima della nostra appartenenza reale all'origine che ci ha generati e della nostra gratitudine, viva e presente, per l'esperienza eccezionale che quotidianamente viviamo – afferma Michele Campiotti, responsabile diocesano di Comunione e Liberazione - Questa coscienza vissuta davanti a Cristo e a tutta la chiesa caratterizza il nostro umano».
In un recente intervento, don Julián Carrón, successore di don Giussani alla guida di CL, ha detto: «Don Giussani ci dice che “l'uomo non è capace di essere se stesso, di rimanere uomo, se non con l'aiuto di Cristo. Senza l'aiuto di Cristo l'uomo non capisce di essere domanda, non capisce che la sua natura è di essere desiderio, perciò si scandalizza che il suo desiderio non sia soddisfatto. Ma l'uomo da solo è talmente poco capace di essere se stesso che, senza Cristo, non sarebbe più neanche uomo. E, infatti, dimenticherebbe di essere desiderio di felicità”. Uno sguardo come quello che ci testimonia don Giussani sull'umano noi non ce lo possiamo nemmeno sognare. E non è perché don Giussani aveva un temperamento particolare: quello sguardo che don Giussani ci testimonia – occorrerebbe cancellare più della metà di quello che ha detto per cancellare quello sguardo – è il segno più potente della contemporaneità di Cristo per noi, ora; è il segno che il carisma è un dono dello Spirito, che l'abbiamo visto vibrare in quello sguardo».
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