Seriate, più posti al Nido
Ma per le rette è un salasso

Dall'anno scolastico 2010-2011 per i nuovi iscritti al nido comunale di Seriate scatta l'aumento della tariffa minima mensile da 220 a 300 euro. Nello stesso periodo il Nido, potrà aumentare del 20% la capienza, passando da 60 a 72 bambini. Questi dati sono emersi in consiglio comunale durante la discussione degli indirizzi per la programmazione dell'attività della Sanitas Seriate srl che gestisce le farmacie comunali, il nido e la mensa scolastica. Ma i consiglieri di minoranza non hanno gradito.

Damiano Amaglio (Albatro) e Carlo Vallenzasca (Pd) hanno lo stesso spunto: «Se – come sostenuto dall'amministrazione comunale – le farmacie sovvenzionano Sanitas, perché si aumentano le rette alle famiglie?». Ines Turani (Pd): «Il Nido è usato dalle donne che lavorano; aumentare le rette adesso significa aggravare le situazioni lavorative: e non è il momento». Morgan Cortinovis (Rfc): «È un aumento eccessivo». L'assessore Marco Sisana ha rintuzzato: «Abbiamo valutato con attenzione questo aumento e non ci sembra sballato. Se qualcuno è nel bisogno riceve sussidi dal Comune». Per il sindaco Silvana Santisi Saita: «Il nido è uno dei servizi migliori. Il sociale è il nostro "quid" di qualità a cui non rinunciamo. Abbiamo visto che molte mamme con la retta minima sono casalinghe; l'Isee non rispecchia la situazione famigliare. La nostra spesa per il sociale è in aumento, nonostante la crisi. Non penalizziamo le mamme che lavorano».

Una modifica al regolamento delle tariffe per i servizi di assistenza domiciliare ha provocato la presentazione di un emendamento da parte del gruppo Albatro. L'assessore Gabriele Cortesi aveva spiegato che la filosofia del nuovo regolamento era quella di passare da un'esenzione automatica del pagamento in determinate condizioni ad una trattazione personalizzata, a misura d'uomo e di necessità specifiche facendo leva sull'alta professionalità delle assistenti sociali. Ma Amaglio ha colto nella nuova stesura una contraddizione in termini: «Ammettendo all'esenzione coloro che rifiutano il servizio perché soggetto a pagamento, non si va verso una riduzione, condivisibile, dell'esenzione, ma verso un'estensione».

Cortesi e il capogruppo della Lega Nord Cristian Vezzoli hanno difeso la nuova impostazione: «Con questa norma l'esenzione avviene solo nei casi di effettiva necessità». Emendamento bocciato. Infine, caso se non unico comunque molto raro, è avvenuta una votazione all'unanimità. Pd e Prc hanno chiesto «di rivedere il regolamento di utilizzo dei locali della biblioteca o comunque comunali e che lo stesso ne contempli l'utilizzo gratuito o comunque con costi ragionevoli anche per attività di natura politica». Il consiglio comunale ha accolto la proposta

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