Una tragedia provocata dall'imprudenza

Lo si era capito subito, e le indagini non fanno altro che confermare i sospetti della prima ora: la valanga che domenica a Bormio ha travolto lo sciatore di 72 anni, morto martedì pomeriggio agli Ospedali Riuniti di Bergamo, è stata provocata dall'imprudenza.

Nessun condizionale, questa volta: troppi gli elementi a carico del giovane comasco arrestato, Gabriele Volontè, 29 anni, di Inverigo (per aver causato il distacco) e dell'uomo che era con lui. Basti dire che i due - Gabriele Volonté, appunto, ed Emilio Borgonovo - erano stati visti abbandonare il tracciato di neve battuta proprio in corrispondenza del cartello di divieto di fuoripista. Per questo le forze dell'ordine li stavano tenendo d'occhio.

Non solo, ma Borgonovo, che abitava a Meda, era stato sanzionato il giorno prima proprio per fuoripista vietato. Nel 2006 invece era stato addirittura condannato a 8 mesi per aver provocato, assieme ad alcuni amici, una valanga sempre a Bormio.

Ma anche Volonté non era nuovo a questo genere di illecito: nel 2008 aveva dovuto pagare una sanzione pecuniaria per essersi avventurato in neve fresca in una zona vietata sfidando il rischio di provocare una slavina. Il fatto che polizia e gdf stessero controllando i due costituisce la ragione tecnica che ha fatto scattare l'arresto di Volonté, il giovane di Inverigo con la passione delle vette, finito in carcere per aver provocato il disastro.

«I presupposti per l'arresto sono la violazione di una legge che lo prevede e la flagranza di reato - ha spiegato ieri il procuratore capo Fabio Napoleone -. In questo caso si può applicare l'articolo 449 del codice penale (Delitti colposi di danno, ndr) in relazione al 426 (Inondazione, frana o valanga). L'ipotesi è quella di un reato colposo, commesso cioè senza una vera e propria volontarietà di metterlo in atto. Colpa cosciente però in questo caso, quella di uno soggetto che conosce benissimo i rischi delle possibili conseguenze del proprio comportamento. Qui l'arresto era facoltativo: la legge ammetteva insomma la possibilità di metterlo in atto - ancora il capo della Procura sondriese -. Il fatto poi che le forze dell'ordine stessero seguendo l'indagato ha fatto sì che ricorressero le circostanze della flagranza».

Mercoledì Volonté sarà sentito dal gip Pietro Della Pona nell'udienza di convalida dell'arresto. Quasi scontata la sua scarcerazione, visto che la stessa Procura chiederà gli arresti domiciliari. Deve comunque rispondere, oltre che della valanga, anche della morte del Borgonovo.

Riccardo Carugo

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