Cronaca
Venerdì 19 Febbraio 2010
I 201 tombini di via Cavallotti
Ora Facebook li vuole adottare
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I membri del gruppo sottolineano nei loro interventi – numerosi – i problemi della strada, a partire dagli eccessivi tombini, passando per i paletti – anch'essi piuttosto numerosi – e per la completa assenza dei cestini per la carta. E c'è chi sottolinea il fatto che la chiusura della strada ai non residenti costringa chi deve raggiungere il centro dalla zona Nord a fare una lunga e trafficata deviazione, passando per largo Vittorio Emanuele o per largo Dante Alighieri, due degli svincoli effettivamente più trafficati di Treviglio.
Ufficialmente via Cavallotti non è infatti ancora percorribile in auto da chi non ci vive, ma se ci si ferma a osservare il traffico anche solo per qualche minuto, si noterà facilmente che molte delle auto che percorrono la strada – nonostante i cartelli di divieto esposti all'ingresso – arrivano senza fermarsi fino all'incrocio con viale Cesare Battisti, viale del Partigiano e via Roma, dunque non si fermano nelle proprietà private della strada, dalle quali non sono nemmeno partite. Un altro aspetto sottolineato nella bacheca del gruppo è il ruolo dei politici in tutta la vicenda.
C'è chi critica l'Amministrazione in carica per il progetto, ma anche chi sottolinea il silenzio delle minoranze sulla vicenda e il ruolo dei tecnici incaricati di controllare l'andamento dei lavori. Tutti interrogativi più che leciti – anche se talvolta, come spesso accade su Internet, espressi con toni poco rispettosi – posti da trevigliesi che erano stati illusi da un progetto che doveva essere, almeno nelle intenzioni, un «nuovo naviglio trevigliese» e che invece, nella realtà, presenta oggettivamente qualche problema, anche solo dal punto di vista estetico.
Di fatto un numero così elevato di tombini in soli trecento metri non si trova in nessun'altra strada di Treviglio, soprattutto in centro e lungo strade caratterizzate da una urbanizzazione con carreggiata in porfido.
Forse anche per questo qualcuno ha fatto sapere, sempre attraverso il gruppo di Facebook, di aver già chiamato il Gabibbo.
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