Cronaca
Giovedì 11 Febbraio 2010
Rom sepolta e poi riesumata
Il funerale si svolge due volte
Vedi documenti allegati
Ciak, non si gira: questo non è un film, anche se sembra la sceneggiatura di Emir Kusturica. È invece la storia di un «qui pro quo» in salsa balcanica, accaduto a Bergamo mercoledì mattina e le scene successive non è difficile immaginarle; i rom arrivati trafelati al cimitero a inumazione ultimata: «Tirate fuori la bara o scaviamo noi a mani nude: non è stato fatto il lavaggio rituale e quella povera donna non è stata neppure avvolta nel lenzuolo bianco»; gli addetti della Bergamo onoranze funebri che si scambiano occhiate sempre più disorientate: «Ormai è tutto fatto, smettetela, tanto non si può tornare indietro».
E poteva finire proprio con una bella rissa, secondo i più comuni stereotipi sui rom, ma alla fine è prevalsa la pietas, e forse la necessità di riparare a un errore: la bara è stata riportata alla luce, la salma ha ricevuto il lavaggio rituale islamico, avvolta nel lenzuolo bianco come vuole il Corano, e quindi riportata sotto terra. La defunta era Dzevamira Osmani, 69 anni, rom kosovara arrivata da profuga durante il conflitto dei Balcani nei primi anni '90, insieme al marito Baryam Djaferi (molto conosciuto a Bergamo: in patria era spazzacamino, qui aveva fatto il «nonno-vigile» alle scuole Montessori).
Per saperne di più leggi L'Eco in edicola giovedì 11 febbraio
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Documenti allegati
Artigiano 42enne di Nembro trovato morto nel baule dell'auto