Cronaca
Martedì 09 Febbraio 2010
Treviglio, tombini di via Cavallotti
«Sono troppi? purificano l'acqua»
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Entro venerdì l'impresa di Cerete dovrà lasciare la strada, dopo che il Comune ha revocato l'appalto. Nei giorni scorsi si è svolto un nuovo sopralluogo dei tecnici comunali con il collaudatore, il progettista Moroni e il responsabile dell'impresa. La strada era stata progettata sin dal 2000 dallo studio di architettura «MoM» di Bergamo, incaricato anche della direzione dei lavori.
Architetto Moroni, quello che colpisce chi passa oggi in via Cavallotti è l'eccessivo numero di tombini. Come mai ce ne sono così tanti?
«Molti raccolgono i servizi importanti per la via, come l'energia elettrica, il gas e l'acqua, ma anche reti di servizi che vanno verso il centro, essendo via Cavallotti una strada principale per la città. Le caditoie sono oltre 50, ma questa è stata una precisa scelta del Comune, che ha voluto raccogliere nei tombini tutta l'acqua piovana, evitando di farne defluire parte direttamente nella vicina roggia. L'acqua piovana raccolta nelle caditoie confluisce in tre specifiche fosse, di prima pioggia, di seconda pioggia e desoleatrice, per essere pulita prima di essere riversata nella roggia. Questo ha fatto aumentare di un terzo il numero di caditoie, che sono 55. Sulla strada ci sono inoltre diversi cunicoli di altre rogge che la attraversano. Si è trattato, in questo senso, di una scelta di qualità voluta dall'Amministrazione comunale, con la quale i rapporti sono comunque di dialogo».
Ma quindi non si potevano trovare soluzioni diverse?
«Soluzioni diverse no, non si poteva fare altrimenti. Si poteva eventualmente evitare del tutto. Accanto alla roggia ci sono 18/20 tombini che servono per i faretti che illumineranno la roggia».
E gli altri?
«Sul lato ovest della strada sono stati poi ricavati i tombini che ospitano i servizi telefonici, la corrente e i servizi cablati: anche in questo caso è stata una scelta chiara dell'Amministrazione di installare questi tombini per servire gli edifici sul lato ovest, molti dei quali piuttosto grandi, anche in vista di future ristrutturazioni. Alle linee esistenti, al servizio dei palazzi sul lato est, si è quindi deciso di aggiungere delle linee di servizi nuove. Durante i lavori la società telefonica ha chiesto un'aggiunta di 8 tombini in più».
Essendo via Cavallotti una strada già stretta, come mai avete optato per realizzare sul lato ovest una pista solo ciclabile a doppio senso di marcia larga due metri e mezzo e, sull'est, un marciapiede di un metro e mezzo e non scelto, invece, di fare una pista mista ciclopedonale?
«Per rispondere a questa domanda va detto che il progetto originario di sistemazione della via rientrava in un più ampio intervento di riqualificazione del percorso di collegamento tra la zona Nord e il centro città, realizzato, oltre che da noi, anche da studi di Ginevra e Bruxelles. Così era stato valorizzato l'utilizzo delle bici, separandole dai pedoni, e ridotta la velocità per le auto a 30 all'ora. Sono stati inoltre installati dei dissuasori per separare marciapiede, strada e pista ciclabile ed evitare che le auto vengano parcheggiate scorrettamente con intralcio della viabilità».
E la fastidiosa sensazione di «saliscendi» che si prova percorrendo la via in auto?
«È dovuta alle pendenze per far confluire l'acqua nei tombini, ma è chiaro che dovranno essere fatte delle modifiche per limitare questo problema. È chiaro che abbiamo dovuto evitare in tutti i modi, visti il marciapiede e la pista ciclabile, che si formassero pozzanghere. La pavimentazione è stata inoltre effettuata in granito anche per valorizzare la roggia. Va comunque chiarito che questo progetto è stato approvato e validato da un'apposita società privata, incaricata dall'Amministrazione, che si occupa proprio di questo genere di interventi. Nel corso dei mesi ci sono state sovrapposizioni, modifiche e anche errori. Il progetto era chiaro fin dall'inizio e tutti potevano vederlo: sono stati effettuati oltre cento sopralluoghi tecnici, tutti verbalizzati. Eppure sembra che i problemi siano emersi soltanto adesso e che tutti si stiano accorgendo ora che qualcosa non va».
Fabio Conti
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