Treviglio, giustizia «all'antica»
Computer rotto, si scrive a mano

Confessa che alcune sentenze le ha scritte a mano, e chissà come arriccerebbe il naso la Cassazione che nei mesi scorsi aveva bacchettato un giudice amanuense reo di aver steso un verdetto «caratterizzato da un ormai obsoleto ricorso alla scrittura a mano, non vietato ma certamente segno di attenzione ridotta alla manifestazione formale della funzione giurisdizionale».

Il problema è che quello della dottoressa Gaetana Todaro, giudice onorario del tribunale civile di Bergamo (Got), non è un vezzo nostalgico né romanticismo calligrafico, ma qualcosa che ha a che fare con lo stato disastrato in cui versa la giustizia. Il computer (già piuttosto vecchiotto) del suo ufficio nella sezione distaccata di Treviglio è andato in tilt due mesi fa e da allora nessuno s'è premurato di sostituirlo. Non ci sono soldi per comprarne uno nuovo e in alcuni casi l'umiliante pellegrinaggio di ufficio in ufficio per rimediare un pc lasciato libero da qualcuno non ha dato i suoi frutti.

«Così, per non perdere tempo, tra un'udienza e l'altra mi sono messa a scrivere sentenze con la penna», rivela la dottoressa Todaro. Negli ultimi due mesi, e cioè da quando il suo computer è stato dichiarato defunto, il Got è solito bussare in cancelleria per mendicare una postazione vuota. «Ma in quegli uffici c'è sempre un viavai incredibile di utenti e non è il massimo per la concetrazione che richiede la stesura di una sentenza». Meglio le va, quando riesce a trovare libero l'ufficio di qualche collega.

Per saperne di più leggi L'Eco in edicola oggi

© RIPRODUZIONE RISERVATA