Accanto al servizio storico di assistenza domiciliare (Sad) - ricorda Elena Carnevali, capogruppo del Pd - in questi ultimi anni il Comune ha investito sull’offerta dei servizi a sostengo della domiciliarità: pasti a domicilio, custode sociale in alcuni quartieri , ampliato la convenzione per i ricoveri di soccorso, un centro diurno integrato in fase di realizzazione , l’accordo per il trasporto sociale ed i progetti per “l’emergenza caldo”.
Ma per affiancare le famiglie - in particolare quelle meno abbienti - che si prendono cura dei loro cari in condizioni di fragilità il Comune e l’Ambito da anni si è dotato di Buoni Sociali. Si tratta di una provvidenza economica che sulla base delle condizioni del livello di autonomia della persona con più di 65 anni e della condizione economica (ISEE di 8.000 per chi vive solo e 12.000 € per i nuclei conviventi) può godere di un contributo economico annuo di 1800 €.
Considerato che molte famiglie possono garantire un’ assistenza continuativa grazie alla disponibilità di molte persone straniere , il comune di Bergamo e l’Ambito 1 dal 2007 ha introdotto il Buono per assistenti familiari, o “badanti”.
Con questo strumento si voleva supportare la famiglie su cui gravita l’intero costo (per nulla indifferente) , garantire continuità lavorativa e quindi il mantenimento della condizione di regolarità giuridica delle assistenti, oltre alla possibilità di accedere a percorsi formativi e azioni di affiancamento con personale qualificato messo a disposizione del Comune.
Il contributo economico in questo caso è di 250€ mensili (per sostenere la parte contributiva) pari a 3000 annui, sempre sulla base delle condizioni della persona e della situazione economica ( ISEE di 10.000 per chi vive solo e di 14.00 per i nuclei familiari conviventi).
Il bando per accede a questi aiuti è iniziato 11 gennaio e terminerà il 12 febbraio, Sportello contributi – Via San Lazzaro 3.
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