Beppe Saitta, una famiglia
numerosa e tanti amici veri

Davanti al cancello del condominio di via Don Manzoni, il nuovo quartiere di Osio Sotto dove abita la famiglia del ventenne Giuseppe Saitta, rimasto vittima dell'incidente di sabato sera a Comun Nuovo, ci sono alcuni giovani, amici di Giuseppe (per loro Beppe) che hanno la testa china e le lacrime agli occhi.

«Più che amico era un fratello – dice Mohamed El Kadibi –; lavorava con me alla Legatoria Bergamasca e sino allo scorso anno abbiamo giocato a calcio nella squadra degli Juniores della Fulgor Canonica. Sempre insieme, soprattutto nel tempo libero, il ritrovo con gli altri amici al bar "Bulli & pupe" di Levate o in piazza a Osio Sotto e poi nel fine settimana si andava in discoteca a divertirsi. Sabato per un imprevisto non ho potuto andare con lui alla discoteca Nikita e questa mattina (ieri mattina per chi legge, ndr) ho saputo di aver perso un amico». «Beppe domani mattina (questa mattina per chi legge, ndr) avrebbe sostenuto l'esame di guida per ottenere la patente – aggiunge il cugino Francesco Di Bella –. Sono due anni che desiderava la patente e sono certo che avrebbe superato l'esame. Era un ragazzo simpaticissimo, dove andava portava allegria. Quando questa mattina ho saputo cosa era successo non riuscivo a credere che fosse morto».

Non riescono a parlare gli altri amici di Beppe. Said El Jaovy, Salvatore Timpano e Giuseppe Guglielmo, che sino ad alcune ore prima avevano parlato e scherzato con Beppe. I ragazzi si offrono di accompagnarci al terzo piano del condominio di via Don Manzoni dove abita la famiglia di Beppe. C'è tanta gente in casa della famiglia Saitta, immigrati siciliani saliti al Nord, da Catania, una decina di anni fa.

Il papà Salvo, 45 anni, lavora in una carrozzeria, mamma Daniela è casalinga. Giuseppe era il terzo di 5 figli: Samantha di 26 anni, Anthony di 24, Desirè 17 e l'ultimo Michael, di 13 anni. «Ho saputo della morte di Beppe da mio figlio Anthony che mi ha informato dell'incidente. La nostra casa in queste ore è piena di gente, i parenti ma soprattutto decine di ragazzi, tutti amici di Beppe. Giovani che conosciamo bene e che venivano volentieri a casa nostra». Mentre parla, il papà si ferma per stringere mani e abbracciare le tante persone che raggiungono la casa per le condoglianze. «Non sappiamo ancora quando potremo celebrare i funerali – afferma con un filo di voce – ci hanno detto che tutto è nelle mani del magistrato».

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