Rimpatriato il piccolo Alessandro
Resterà dai nonni a Treviglio

Tra i parenti dei primi 13 italiani in arrivo a Ciampino rimpatriati da Haiti, domenica 17 gennaio, c'è anche Antonietta Cappellini, nonna del piccolo Alessandro di 2 anni. La mamma di Alessandro, Fiammetta, nata a Treviglio e sposata con un haitiano, ha deciso di rimanere ad Haiti con il marito, ma ha chiesto che fosse rimpatriato il suo bambino. Fiammetta, che è operatrice umanitaria e responsabile dei progetti dell'ong Avsi (Associazione volontari per il servizio internazionale), aderente alla Compagnie delle opere, impegnata ad Haiti dal 1999 in progetti sull' agricoltura e sul sostegno ai bambini, è stata tra le prime via Skype, a lanciare l'allarme sulla reale gravità del disastro.

All'inizio, racconta Antonietta Cappellini, «Fiammetta aveva deciso di non lasciare Haiti e di non far partire il bambino perchè ci diceva che il suo posto era lì. Poi, ieri, in lacrime, ci ha detto che bimbo non poteva rimanere lì perchè la casa è inagibile e lui in queste notti ha dormito in auto».

Alessandro, due anni a febbraio, arrivato domenica mattina da Port-au-Prince, è il testimonial dei bambini colpiti dal terremoto e bisognosi di un grande aiuto. È così che Alberto Piatti, segretario generale dell'Avsi, parla del piccolo accolto dalla famiglia di Fiammetta. Una decisione - quella della madre di restare - che esprime una «grande civilità, umana e sociale, o più sinteticamente cristiana. È evidente che è a tutela del figlio, ma l'essere rimasta dimostra la passione per il prossimo e che in tanti anni di lavoro lì ha stabilito legami profondi. Dimostra che non è una mercenaria della cooperazione.

Siamo molto grati a Fiammetta - aggiunge Piatti - e siamo grati alla sua famiglia, ai suoi genitori. Alessandro è il testimonial della possibilità di aiutarci ad aiutare i bambini di Haiti che sono rimasti con sua madre». Piatti ricorda che l'Avsi ha perso due collaboratori locali e di altri sei non si hanno notizie. «Si parla sempre degli espatriati - dice - ma questo terremoto è prima di tutto una tragedia haitiana».

Fiammetta è a Port-au-Prince insieme ad altri cinque espatriati: «Credo - dice ancora Piatti - che siamo l'unica ong italiana con 6 operatori espatriati e 30 locali al lavoro. Conosciamo il territorio molto bene, sappiamo come muoverci anche se le strade sono ancora piene di morti. In queste ore, mentre sta vivendo la separazione dal figlio, Fiammetta sta girando per la bidonville dove normalmente opera, Citè de Soleil, e sta cercando di rintracciare i bambini che sosteniamo a distanza, e le loro famiglie, per una ripresa della vita».

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