Nuove misure e contributi economici a sostegno di bambini e persone affette da disturbi specifici di apprendimento (Dsa) come la dislessia, la disortografia e la discalculia, in particolare nel mondo della scuola, del lavoro e della formazione professionale. Lo prevede il progetto di legge approvato in Commissione Sanità e che sarà ora sottoposto al voto definitivo del Consiglio regionale martedì 19 gennaio. “I disturbi da apprendimento –spiegano Pietro Macconi (AN-PdL), Presidente della Commissione regionale “Sanità e assistenza”, e Carlo Saffioti (FI-PdL), Presidente della Commissione “Attività produttive” e psichiatra di professione- sono manifestazioni patologiche sulle quali in Italia solo negli ultimi anni sono stati fatti studi e approfondimenti specifici; tra i bambini il numero di casi accertato è in costante crescita anno dopo anno, complice una maggiore conoscenza da parte di famiglie e operatori dell’esistenza di queste patologie. Occorrono quindi misure di sostegno e di sensibilizzazione nuove e più significative di quanto fatto sinora, ed è in questa direzione che va questo progetto di legge. Basti pensare –concludono Macconi e Saffioti- che nelle scuole dell’obbligo in Italia la percentuale di bambini che ne è affetta, stando ai dati più recenti, è pari al 4,8%, e in provincia di Bergamo supera addirittura il 5%”. Il provvedimento si pone tra i suoi obiettivi quello di diagnosticare in modo precoce e più tempestivo i sintomi dei disturbi di apprendimento, in stretta collaborazione con le strutture sanitarie e le istituzioni scolastiche, coinvolgendo il mondo delle famiglie e dell’associazionismo; sono inoltre previste specifiche iniziative per la riabilitazione e l’integrazione, campagne di informazione e sensibilizzazione sulle problematiche della malattia soprattutto in scuole e centri di formazione professionale. Il progetto di legge inoltre stabilisce che per i soggetti affetti da disturbi specifici di apprendimento, la Regione garantisca pari opportunità sia nei bandi di concorso che durante le prove concorsuali anche mediante l’utilizzo di adeguati strumenti tecnologici. Entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge, saranno definiti i criteri e le modalità di erogazione dei contributi agli enti locali e alle famiglie per favorire i percorsi didattici e gli studi a domicilio, nonchè alle istituzioni scolastiche pubbliche e private e ai centri di formazione professionale per la realizzazione di specifici progetti.