Villa d'Ogna, aiuto ai senza lavoro
ma solo se di nazionalità italiana

Fondi a sostegno di chi ha perso il lavoro a causa della crisi economica, ma con paletti precisi per quanto riguarda l’ammissibilità delle domande. È quanto ha deciso di mettere in pratica il Comune di Villa d’Ogna, che ha emesso un avviso pubblico per invitare lavoratori in difficoltà a fare ricorso ad aiuti economici pubblici. Fra i requisiti c’è la cittadinanza italiana.

«La cifra a disposizione non è altissima, sono 6 mila euro: siamo un piccolo Comune – afferma il sindaco Angelo Bosatelli, alla guida di un’amministrazione leghista –. Non escludo modifiche in futuro, ma per ora sì, abbiamo posto alcuni paletti. Indicare la cittadinanza italiana vuole essere semplicemente un modo per aiutare in modo più diretto le famiglie storiche di Villa d’Ogna». La specifica «non esclude gli immigrati a prescindere. Perché anche un africano, ad esempio, può avere accesso ai fondi se è diventato cittadino italiano», prosegue Bosatelli. «E poi non parliamo di discriminazione degli stranieri in quanto tali: anche il bergamasco che ha un figlio solo è escluso. Stiamo solo cercando, lo ribadisco, di regolamentare l’accesso al contributo. La scelta è stata fatta come amministrazione, non come movimento politico».

I destinatari del contributo sono i cittadini italiani, residenti a Villa d’Ogna da almeno cinque anni, con famiglia monoreddito, almeno due figli a carico e reddito non superiore a 7.000 euro. Si dovrà anche dimostrare di aver perso il posto di lavoro per la chiusura dell’azienda o di essere in cassa integrazione a zero ore almeno da tre mesi. Non sono ammessi al bando i lavoratori in mobilità, cassa integrazione o che stanno già usufruendo di ammortizzatori sociali. Il contributo sarà di 300 euro al mese per quattro mensilità, con aggiunta di 200 euro mensili per i nuclei con figli disabili o con genitori a carico in strutture residenziali.

Dall’opposizione «Villa d’Ogna guarda oltre» (che è espressione del Pdl) arriva un sostegno netto: «I fondi a disposizione non sono molti ed è giusto fissare delle regole precise», afferma Gianluigi Pecis Cavagna. Il Pd si dice, per voce di Pierantonio Tasca, «favorevole». Però fa una specifica: «Non condividiamo la linea attuata dalle amministrazioni di centrodestra che impongono come criterio restrittivo quello della cittadinanza. In provincia ci sono stati altri casi, la riunione sul tema a Villa d’Ogna è avvenuta subito dopo il dibattito sul regolamento per le giovani coppie che vanno ad abitare in centro di Alzano. Parlare di integrazione e poi escludere alcune famiglie straniere, fatte da persone che pagano le tasse come noi, non è giusto».

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