Incendio tetto in via Don Bosco
Sette famiglie fuori casa

Paura martedì 5 gennaio alle 21 in via don Bosco, dove decine di persone sono scese in strada a causa dello scoppio di un violento incendio sul tetto dell'edificio al civico 28, una casa di due piani, una delle più vecchie del quartiere Malpensata. Le fiamme, alte diversi metri, hanno impegnato per diverso tempo i vigili del fuoco, intervenuti in forze. Una canna fumaria mal funzionante la probabile origine del rogo, anche se sono in corso accertamenti.

A causa dell'incendio, che fortunatamente non ha causato feriti o intossicati, una famiglia di 5 persone, papà, mamma e tre figli (gli unici residenti al civico 28) è stata evacuata. Altre sei famiglie, residenti in una palazzina restrostante, ma direttamente confinante con l'edificio interessato dall'incendio, sono potute rientrare solo a tarda sera. A dare l'allarme un vicino di casa, che ha notato il fumo uscire dalle tegole del tetto.

Nell'appartamento, al momento, si trovavano solo i due figli più piccoli che hanno raccontato di aver sentito dei rumori provenire dal tetto e di essersi allarmati, pensando però che si trattasse di ladri. Invece erano le assi del tetto che stavano andando a fuoco. Immediato l'intervento dei vigili del fuoco, con il supporto della polizia stradale e della polizia locale. Via don Bosco è stata chiusa al traffico, tolti tutti gli addobbi natalizi per evitare che l'incendio si propagasse.

Sul posto sono arrivati anche mezzi dai distaccamenti di Dalmine e Zogno: 25 uomini in tutto con due autoscale. I testimoni hanno raccontato di fiamme impressionanti, anche se in breve i vigili del fuoco sono riusciti a domare l'incendio. Momenti di tensione si sono vissuti quando si è saputo che nel laboratorio orafo, al piano terra dell'edificio, erano custodite bombole di propano utilizzate per le lavorazioni. Il titolare del laboratorio è però riuscito a fare entrare i pompieri che hanno portato le bombole in un posto sicuro.

Sotto choc la famiglia Mangiovini. Il papà, dipendente dell'Atb, è rientrato dal lavoro insieme alla moglie e così anche il figlio maggiore. Il loro appartamento è stato dichiarato inagibile e hanno trovato ospitalità da amici. Tra i testimoni dell'incendio anche un ragazzo abruzzese di 19 anni, Ettore Trozzi, che lo scorso aprile si trovava a Lanciano ed ha assistito alle scosse del terribile sisma che ha colpito quella regione. Trozzi al momento dell'incendio stava lavorando al pc: «Ho sentito come dei botti e ho pensato che fosse qualche ritardatario che festeggiava l'arrivo del nuovo anno. Quando mi sono affacciato ho visto il tetto della casa in fiamme e ho capito che la situazione era grave. È successo tutto in una manciata di minuti».

I vigili del fuoco hanno continuato a lavorare sul tetto dell'edificio per diverse ore. L'intervento, molto tempestivo, ha permesso di evitare il peggio, e cioè che le fiamme potessero intaccare gli edifici vicini, in particolare la palazzina adiacente dalla quale sono state fatte uscire le sei famiglie residenti. Per precauzione, ad ogni modo, fino a tarda ora le famiglie sono state tenute fuori dagli appartamenti. Il grosso del lavoro, infatti, non era ancora finito. Dopo aver domato le fiamme, infatti, ai vigili del fuoco è toccato estinguere l'incendio, gettando acqua sulle assi del tetto e gettando in strada tutto il materiale che poteva prendere fuoco: assi, travi, tegole, ma anche una considerevole quantità di carta (libri, fumetti, vecchi giornali, enciclopedie) che era conservata nel solaio. Ingenti i danni.

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