Regazzoni in controtendenza
«Freddo sì, neve non sicura»

L’inverno pare deciso in queste ultime ore a spostarsi decisamente verso il Mediterraneo, dopo aver già riconquistato, col suo gelo e con la neve di inizio d’anno, tutte le nazioni scandinave, le terre del Baltico e la Danimarca. Sta scendendo dalle grandi pianure russe, dove lo aveva confinato il tepore fuori stagione di fine anno, innescato dal grande respiro mite e sciroccale che dal Nord Africa era risalito su tutta l’Europa occidentale, nel periodo di Natale.

Non manca la neve in quota e sulle piste da sci bergamasche, la pioggia di Natale non si è portata via tutto: oltre i 1.000 metri c’è un compatto manto di neve dicembrina, che varia dai 50 ai 100 cm, e che si è ulteriormente rafforzato, col grande gelo settentrionale calato da sabato su tutta la nostra provincia.

Ma le attese di molti, sostenute anche dal vigente periodo di vacanze che per tanti si prolungherà fino all’Epifania, sono per rivedere di nuovo la neve, dopo la spettacolare (seppur passeggera) apparizione di quei bellissimi 30 cm del 21 dicembre. Diciamo subito che la situazione, dal punto di vista previsionale, nell’identificare e nel definire in dettaglio i tempi e i modi di un possibile peggioramento nevoso, non è affatto facile né comoda.

Parliamo dapprima delle cose certe. Certo è l’arrivo dal Nord Europa verso il Mediterraneo di aria fredda, che attualmente sta affluendo in parte da Nord-Est lungo l’Adriatico e in parte con le prime infiltrazioni dalle Alpi, scese sulla pianura padana al cessare del favonio di sabato scorso. Dopo l’Epifania è possibile che un secondo nucleo di aria artica, più deciso, riesca a scendere anche da Ovest, entrando nel Mediterraneo dalla francese Valle del Rodano.

Ebbene, su tutto questo nuovo freddo, andranno a sovrapporsi e a interagire diversi afflussi umidi, che inizialmente arrivano dall’Atlantico, sotto forma di scorrimenti nuvolosi, ma che da metà settimana vedranno una alimentazione umida più «mediterranea», perché attivata dal freddo che entrerà dalla Francia.

Le probabilità di neve ci sono, visti i contrasti termici dei diversi tipi di aria, ma è difficile intuire e collocare i tempi e l’intensità delle possibili precipitazioni, perché bastano dettagli minimi nell’itinerario delle varie perturbazioni, per mantenere ad esempio l’imbiancata sulla pianura sotto il corso del Po, oppure per ridurla a semplice e freddo nevischio su Alpi e Prealpi.

Ben altri meccanismi aveva la nevicata del 21 dicembre, con dei motori di alta e bassa pressione ben strutturati e piuttosto stazionari. La cartina meteo di domenica sera lasciava presagire per oggi un tempo decisamente invernale su tutta la Bergamasca, con aria fredda e cielo coperto, e la possibilità di qualche spruzzata di neve occasionale, specialmente stamattina, ma per la quale non dovrebbe servire il badile, semmai la scopa, vista la qualità e la quantità dei fiocchi.

Per martedì e dopo, forse la possibilità di qualche ulteriore debole nevicata è maggiore, con il progressivo formarsi di una ampia zona di basse pressioni in pieno Mediterraneo, con l’ingresso del freddo «francese». Staremo a vedere, voi «buttate» ogni tanto un occhio al cielo, che è bello sempre da osservare, anche quando non nevica.
 Roberto Regazzoni

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