E ad Almenno S. Bartolomeo
s'inaugura il monumento al presepio

La regalità dei Magi. La tenerezza di Maria. I riflessi del sole sul bronzo, che illuminano l'insieme ed esaltano la bellezza lineare della composizione. Se il Natale è prima di tutto stupore, il monumento al presepio di Almenno San Bartolomeo è un buon posto per sperimentarlo. Un'idea decisamente originale, quasi ardita, quella degli Amici del presepio (attivi in paese da 41 anni), capitanati dal presidente Renzo Rota Nodari: dedicare alla Natività un vero e proprio monumento, che per tutto l'anno animi il sagrato della chiesa parrocchiale e celebri il mistero.

Idea ardita, quanto riuscita: a sbirciarli mercoledì 16 dicembre, tra l'affannarsi di fabbro, giardiniere e progettisti che hanno installato l'opera, sembrava che quel San Giuseppe imponente, quella Madonna con il Bambino, quei Magi con i loro doni, nota di colore che ravviva il bronzo, fossero sempre stati lì, in quell'angolo di piazza incorniciato da un arco nella facciata. L'opera sarà inaugurata ufficialmente sabato pomeriggio, con una festa a cui è invitato tutto il paese. Si comincia alle 15,30 con il concerto di due gruppi di giovanissimi, Viaggio musicale e Musica Almenno, che per l'occasione hanno preparato un repertorio di melodie natalizie. I saluti saranno affidati al parroco don Dante Cortinovis, al sindaco Gianbattista Brioschi e al presidente degli Amici del presepio, Renzo Rota Nodari.

Quindi l'intervento del vescovo Francesco Beschi, che insieme a un gruppo di bambini della scuola materna toglierà i teli che da ieri sera coprono l'opera, svelandola in tutto il suo splendore. Il vescovo visiterà poi il bel presepio permanente ospitato nel vicino scurolo. Alle 16,30 sarà celebrata la Messa prefestiva, prima del brindisi a base di vin brulé. Le statue sono opera dello scultore Giancarlo Defendi.

Il primo passo del monumento che sabato vedrà ufficialmente la luce risale al 2002: tre anni dopo aver allestito nello scurolo a lato della chiesa il «presepio del Giubileo», l'associazione ha iniziato a pensare a un simbolo da collocare sulla piazza, che invitasse i visitatori a entrare. La scelta cade su tre statue dei Magi a grandezza naturale: tra i bozzetti presentati da vari artisti, il sodalizio sceglie quello di Defendi. Qualche anno dopo, nasce il desiderio di arricchire la rappresentazione, creando un vero e proprio presepio all'aperto. Anzi, un monumento al presepio, opera senza precedenti e messaggio di speranza e attenzione a tutte le famiglie.

È sempre Defendi a occuparsi delle statue di Gesù, Giuseppe e Maria. Fuse in un corpo solo, a dire l'unità. Con lievi tocchi dorati, per risplendere alla luce. «Giuseppe, in piedi, infonde tranquillità, un senso di protezione» spiega l'artista. Maria, seduta ai suoi piedi, «è prima di tutto una donna, una madre».

Non ha il bambino in braccio: Gesù è davanti a lei, la Madonna lo indica e gli tiene una mano sul capo. «Lo offre», è la sintesi dell'artista. Di studiare la scenografia – essenziale, quasi minimalista – in cui collocare le statue si è occupato Cesare Rota Nodari, architetto e a sua volta autore di un presepio in terracotta da duecento statuette che ha girato tra Roma, Milano e Salisburgo (ma questa è un'altra storia). Accanto al podio su cui sono disposti i personaggi è piantato un ulivo, «espressione della vita e richiamo della terra in cui Gesù è nato», osserva Rota Nodari.

Ma anche segno della pace, aggiunge il parroco don Dante, che spiega: «La comunità di Almenno ha sempre avuto una forte tradizione di presepi, realizzati con cura in tutte le case e nei cortili. Con questa scelta, particolarissima, del monumento, esprimiamo con gioia quanto abbiamo di più caro. Un grazie sentito va a tutti coloro che hanno collaborato, e al vescovo che, nonostante i numerosi impegni, non ha voluto mancare a un evento così significativo per la nostra comunità». Sul pannello che fa da cornice al monumento sarà appesa una stella in ottone, identica a quella collocata sul pavimento della grotta di Betlemme. Stella che è in realtà una teca: dentro c'è una manciata di sabbia che Renzo Rota Nodari ha raccolto fuori dalla basilica della Natività, durante un viaggio in Terra Santa. Una manciata di sabbia, per raccontare la storia del bambino che ha intrecciato la terra con il cielo.

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