Università, oltre 4 mila studenti
scelgono un'esperienza in Europa

Dalla Francia alla Germania, da Cipro alla Spagna, fino alla remota Finlandia. Non si può dire che le giovani generazioni non siano sempre più cittadine d’Europa. Almeno scorrendo i dati degli studenti che negli ultimi 20 anni hanno deciso di avvalersi dei programmi Erasmus dell’Università degli studi di Bergamo. Maastricht, Barcellona, Lille, Groningen: sono solo alcune delle città europee che hanno ospitato più di 2.500 studenti bergamaschi decisi a vivere un periodo della propria formazione accademica in un ateneo d’Oltralpe.

D’altra parte poco più di 1.550 giovani da tutta Europa hanno scelto invece Bergamo come luogo dove confrontarsi con la cultura italiana. «Il programma Erasmus – afferma Giuliano Bernini, delegato del rettore alle relazioni internazionali – è fondamentale in un’ottica di sviluppo di un’Europa unita proprio a partire dall’istruzione e dalla formazione delle giovani generazioni».

E che gli italiani si confermino un popolo di viaggiatori curiosi lo si nota anche dalle ultime stime Erasmus rese note dall’Università degli studi di Bergamo: sono infatti 192 i giovani che nell’ultimo anno accademico hanno scelto il programma di interscambio di studio in Europa contro gli 86 studenti europei che invece hanno deciso di muoversi verso Bergamo per completare il proprio itinerario di studio. Un trend che conferma i numeri degli anni scorsi: mentre il numero di studenti bergamaschi che si confrontano con una università straniera è in continua crescita (da 145 nel 2000 ai 192 attuali), il numero di studenti stranieri a Bergamo si è mantenuto costante oscillando negli ultimi anni tra le 70 e le 100 unità.

A novembre 2009 sono partiti per un’esperienza di studio in Europa 192 studenti mentre cinque hanno addirittura scelto un programma extraeuropeo. Analizzando le richieste pervenute dalle singole facoltà si nota che soprattutto gli studenti di Lingue e letterature straniere e di Economia ricercano un confronto europeo: 125 dalla facoltà umanistica e 65 da quella economica. Più di venti i Paesi europei raggiunti con una prevalenza di quelli di lingua inglese e francese per un totale di almeno il doppio di atenei coinvolti nello scambio interculturale. «I programmi di interscambio – osserva Bernini – nascono dall’impegno dei docenti nel stringere legami con altre università e nel favorire e poi formalizzare accordi tra atenei per poi agevolare lo scambio tra i giovani. Per gli studenti si tratta di un’esperienza positiva per apprendere un’altra lingua ma anche confrontarsi con altre culture. Inoltre, seppur accompagnati nell’inserimento dalle strutture universitarie, sperimentano dei percorsi di autonomia personale costruttivi per il futuro. Siamo anche molto soddisfatti del livello di preparazione dei nostri studenti: i docenti che li accolgono e gli stessi ragazzi nel confronto si sentono preparati come se non meglio dei loro coetanei europei».

Costante il numero di studenti stranieri che invece scelgono Bergamo come sede di interscambio universitario a livello europeo. I dati parlano di 92 studenti giunti tra le Mura venete nello scorso anno accademico e 86 nell’ultimo anno. Provengono da 11 Paesi europei e in particolare scelgono di frequentare i corsi di Lingue ed Economia. «Vorremmo aumentare il numero di studenti stranieri accolti dalla nostra università – spiega a questo proposito Bernini – soprattutto per una formazione specialistica o per i dottorandi. In questo senso è importante coltivare delle relazioni con i giovani degli interscambi Erasmus per immaginare una progettualità di lunga durata. L’ateneo offre supporto linguistico, assistenza didattica ma anche attenzione alle esigenze degli studenti. Servirebbero più spazi di accoglienza come pensionati universitari e anche la città dovrebbe essere più appetibile per i ragazzi: è un elemento fondamentale nella scelta dei giovani europei nell’indirizzarsi verso una metropoli o l’altra».
Elena Catalfamo

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