Cronaca
Mercoledì 02 Dicembre 2009
Bergamo, la scuola del Seminario
apre anche agli studenti esterni
Il Seminario vescovile «Giovanni XXIII» dall’anno prossimo apre le sue scuole, la secondaria di primo grado e i due licei, anche agli studenti esterni. Lo slogan che si legge sulle brochure che presentano l’istituto è «Una scuola che fa scuola non solo a scuola»: un invito a guardare oltre la pura programmazione scolastica per cogliere la specificità di un’offerta formativa che si occupa dell’uomo a 360 gradi e che parte in primo luogo da un’esperienza di vita comunitaria.
«L’apertura agli studenti esterni – spiega monsignor Pasquale Pezzoli, rettore del Seminario – è il frutto di un cammino realizzato in questi anni, a seguito delle trasformazioni avvenute nella scuola e nel Seminario stesso. Abbiamo da sempre una scuola interna, per l’importanza che essa ha nella formazione dei nuovi sacerdoti. Nel tempo essa ha poi subito una serie di trasformazioni utili e necessarie per raggiungere al meglio le proprie finalità».
Negli anni Settanta per esempio era stata introdotta la possibilità per i ragazzi di rientrare nelle famiglie nel week-end: «Un modo per valorizzare il ruolo della famiglia – prosegue monsignor Pezzoli – molto importante nel percorso di formazione». Dal punto di vista scolastico poi, sempre negli anni Settanta era giunto il riconoscimento legale della scuola, per arrivare alla Parità scolastica nel 2001. Sempre in quegli anni si introdusse una sperimentazione sul liceo classico con un doppio indirizzo, classico e psicopedagogico: «Il Seminario – sottolinea don Marco Salvi, preside del biennio, del triennio sperimentale e delle medie – è stata una delle prime scuole d’Italia ad attivare questo percorso, che nel tempo è stato considerato un modello per altre realtà affini».
È all’interno di questo cammino che si introduce il cambiamento di oggi: «La scelta di aprire all’esterno – spiega monsignor Pezzoli – può favorire l’interazione tra i seminaristi e altri ragazzi che vivono fuori dalla comunità. È un modo per chi vive all’interno di aprire gli orizzonti, e per gli altri di saggiare uno stile diverso. Questo percorso può anche costituire, per qualcuno, l’opportunità per un approccio graduale ad un eventuale ingresso a pieno titolo in Seminario».
In questo contesto la riforma della scuola avviata dal ministro Gelmini, con la sua necessità di rivedere indirizzi e numeri delle istituzioni formative, ha contribuito a rendere più forte la necessità di avviare il cambiamento. «In questo modo – sottolinea il rettore – si mette a disposizione di altri in diocesi un patrimonio educativo prezioso, che può contare su un’esperienza molto solida, e allo stesso tempo si garantisce continuità alla scuola del Seminario, a cui teniamo molto».
Il Seminario, fondato a Bergamo con la sua scuola nel lontano 1567, si apre all’esterno mantenendo la propria specificità. «Per secoli – precisa il preside – qui si è formato il presbiterio diocesano. La specificità di questa istituzione è legata in primo luogo all’ambiente educativo, in un contesto che ha sempre fatto dell’orientamento professionale ma anche umano il punto nodale. A fare la differenza sono le persone: sacerdoti, insegnanti ed educatori che contribuiscono a fare di questo luogo un ambiente che, pur con i limiti presenti in ogni istituzione, si distingue per la passione e il coraggio educativo, in un clima positivo».
Il Seminario, inoltre, si è dotato nel tempo anche di strumenti formativi ed educativi necessari per realizzare questo obiettivo: ad esempio il laboratorio linguistico, di informatica, di chimica, di fisica, con grande attenzione alla lettura dei tempi moderni, fino ad impianti sportivi di vario genere: la piscina, la palestra, i campi da calcio; un’offerta formativa completa, «per assicurare la stessa attenzione – aggiunge don Salvi – sia allo sviluppo fisico sia a quello spirituale». Anche in passato ci sono stati allievi che pur studiando e condividendo la vita comunitaria del Seminario fino al diploma di scuola superiore hanno poi seguito strade diverse: «A tanti di quelli che hanno vissuto questa esperienza – afferma don Salvi – è comunque rimasta un’impronta forte, che si è fatta sentire anche in altri ambiti professionali a livelli apprezzabili. C’è per tutto il percorso di studi sempre una grande attenzione alla qualità e al rigore metodologico negli studi, accompagnando gli allievi in un cammino di individuazione della propria vocazione, favorendo anche attività mirate e lo sviluppo di competenze in base ai "talenti" personali, offrendo in questo modo alle famiglie un supporto nella proposta educativa».
Il Seminario resterà una scuola maschile, per favorire percorsi più specifici e omogenei. Con l’imminente introduzione della riforma Gelmini saranno offerti per le scuole superiori due licei, in continuità con la proposta scolastica attuata in questi anni: il liceo classico, con un percorso di studi umanistici, che sostanzialmente ricalca quello tradizionale e il liceo delle scienze umane con un’opzione economico-sociale, «un indirizzo – chiarisce don Salvi – che è motivo di grande interesse per il confronto che offre con la realtà che ci circonda». Sarà, in particolare, favorito l’apprendimento della musica, attraverso una «curvatura musicale» che prevede sia lezioni di cultura generale, sia l’apprendimento di uno strumento musicale, d’intesa con l’Accademia Santa Cecilia, che si completerà con sessioni di musica d’insieme: in sostanza un’orchestra formata dagli studenti. La proposta didattica prevede anche nella scuola secondaria di primo grado molte possibilità di attività in laboratorio in area linguistica e scientifica.
«La scuola comunque – ribadisce don Salvi – occuperà soltanto le mattine dei ragazzi, collocando, se necessario, al pomeriggio eventuali proposte volte ad arricchire il percorso curricolare e a promuovere recuperi scolastici, perché riteniamo che nella vita di un giovane la scuola rappresenti un tempo assolutamente importante ma non unico per la sua formazione». «Nella configurazione che abbiamo delineato, la vita del Seminario – aggiunge il rettore – mantiene una sua distinzione rispetto alla scuola e non viene meno al suo scopo proprio che è la cura della vocazione. Continuerà quindi, e caso mai si rafforzerà, la proposta vocazionale in senso stretto; chi ravvisa in sé i segni di questa chiamata continuerà ad avere la possibilità di vivere stabilmente nella comunità del seminario, una esperienza che negli anni si rivela sempre attualissima e ricca di risorse. Noi pensiamo appunto che una vita di comunità così come già adesso si realizza e una scuola aperta anche a studenti esterni possano arricchirsi reciprocamente».
L’accesso alla scuola resta comunque riservato a un numero limitato di studenti e subordinato ad un colloquio con il preside e con gli insegnanti per conoscere e inserirsi nello «spirito» della scuola. Per maggiori informazioni si può consultare il sito del seminario www.seminariobergamo.it. Il 10 dicembre alle 20,30 è in programma una serata di presentazione della scuola. Il 19 dicembre, il 16 e 17 gennaio e il 13 febbraio sono previsti gli «Open day». È comunque possibile visitare la scuola anche in altra data prendendo appuntamento (tel. 035/286402).
Sabrina Penteriani
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