Arrivano le prime indicazioni ufficiali sulle modalità di utilizzo dell’acqua della falda acquifera della Bassa inquinata da cromo VI (esavalente). Le ha inviate l’Asl di Bergamo ai comuni di Ciserano, Arcene, Verdellino, Treviglio, Caravaggio, Lurano, Castel Rozzone e Brignano Gera d’Adda. Per quanto riguarda i pozzi ad uso potabile con una concentrazione di cromo VI superiore ai 50 microgrammi per litro d’acqua (limite oltre la quale l’acqua non è più considerata potabile) viene fatto ovviamente divieto d’uso. Fortunatamente però l’inquinamento della falda acquifera della Bassa non supera i 30 metri di profondità e quindi non coinvolge l’acqua che finisce nella case e che viene pescata oltre i 100 metri.
Nei territori di Arcene e Ciserano sono stati individuati pozzi agricoli nelle cui acque la concentrazione di cromo VI ha superato anche i 600 microgrammi per ogni litro d’acqua. In questo caso l’Asl sconsiglia di utilizzare sistemi di irrigazione che prevedano la nebulizzazione dell’acqua. Non tanto perché la qualità dei prodotti innaffiati potrebbe venire compromessa, quanto per gli addetti di serre o vivai, che potrebbero respirare tale acqua nebulizzata rischiando seri danni alla salute. Come è noto infatti il cromo VI è considerato cancerogeno se inalato (anche se recenti studi hanno dimostrato che è pericoloso anche se viene ingerito).
Tali indicazioni sono state subito comunicate dai Comuni ai titolari dei terreni sui cui sono stati individuati pozzi agricoli inquinati. Arcene e Ciserano già precedentemente comunque avevano preso provvedimenti preventivi, sconsigliando, o in alcuni casi vietando formalmente, l’utilizzo delle acque di tali pozzi agricoli. Ora, però, i Comuni che dallo scorso agosto insieme ad Arpa, Asl, Provincia e Regione stanno affrontando il problema della contaminazione da cromo VI della falda acquifera della Bassa si aspettano anche indicazioni su quando e come partirà la bonifica.
Per mantenere alto il livello di allerta sulla questione, il Comune di Treviglio ha recentemente inviato alla Regione una lettera sottoscritta anche da Ciserano, Arcene, Verdellino e Castel Rozzone. Uno degli aspetti che rimane ancora da chiarire è quale sia la causa dell’inquinamento della falda acquifera in corso.
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