Ci sono questioni economiche dietro al sequestro di persona (durato 6 ore) ai danni dell'imprenditore di Azzano, Sergio De Giorgi, socio della Eletecno St Spa di via delle Rovedine a Robbiate (Lecco). È quanto sta emergendo dalle indagini, dopo che i carabinieri hanno arrestato in flagranza il sequestratore Rosario Patti, imprenditore edile palermitano, tuttora in carcere con l'accusa di sequestro di persona con esercizio arbitrario delle proprie ragioni (il gip di Monza ha infatti derubricato le accuse: da sequestro di persona «a scopo estorsivo» al meno grave «esercizio arbitrario delle proprie ragioni»).
Lunedì mattina l'imprenditore di Azzano San Paolo si è recato al comando della Compagnia di Merate per incontrare i carabinieri del nucleo operativo che l'hanno liberato. Ne ha approfittato per recuperare la propria Bmw, sulla quale si trovava quando è stato rapito, nella mattinata di lunedì 16 novembre.
L'azienda non è voluta entrare nel merito della dinamica del sequestro o dell'attuale posizione dell'accusato, quanto nei rapporti precedenti, che a quanto sembra sarebbero stati alla base del sequestro. Radice ha affidato ai propri avvocati Emanuele Piva e Fabio Pagnottella ed al consulente Antonino Crea – che materialmente consegnò il riscatto di 80 mila euro in assegni e liberò l'ostaggio - l'incarico di spiegare i rapporti che la Eletecno aveva avuto con il presunto sequestratore, Rosario Patti.
I rapporti – dicono gli avvocati – si sono interrotti fin dal 2008 perché «le opere eseguite da Rosario Patti, trattandosi per lo più di lavori di manutenzione straordinaria, riportavano una contabilità irregolare, maggiorata e non corrispondente alla realtà». Patti sosteneva infatti di avere un credito nei confronti della Eletecno pari a circa 130 mila euro (così come da richiesta presentata dal suo avvocato Vito Daniele Cammareri di Milano, relativo a lavori eseguiti in 36 cantieri sparsi prevalentemente tra Milano e provincia per vari clienti, in prevalenza Upim e Banca Intesa).
Per l'azienda robbiatese invece «il credito effettivamente vantato dal signor Rosario Patti per le opere eseguite ammonterebbe ad un importo approssimativamente pari al 15 per cento di quanto preteso». La cifra, secondo la Eletecno, non supererebbe dunque i 20-30 mila euro. La contabilità «maggiorata ed irregolare» avrebbe anche condotto la Eletecno «all'allontanamento di due propri dipendenti».
Da qui è nato il contenzioso: «Nel corso dell'anno successivo alla cessazione del rapporto, sono state intavolate trattative tra le parti volte a definire bonariamente la vicenda, risultando tuttavia vano ogni tentativo. Quindi è stato instaurato un contenzioso civile la cui prima udienza è fissata a dicembre».
La situazione sarebbe poi precipitata, fino al sequestro dell'imprenditore di Azzano, assalito nei pressi della ditta da tre uomini incappucciati, uno dei quali armato di pistola, e liberato dopo 6 ore con la consegna da parte della società di un riscatto da 80 mila euro. Proprio alla consegna del riscatto i carabinieri avevano arrestato la presunta «mente» del sequestro, Rosario Patti.
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