«Ci siamo guardati negli occhi e ha capito che se non l'avesse rilasciato non gli avrei consegnato i soldi»: così Antonino Crea, il consulente aziendale della Eletecno, racconta il contatto con il sequestratore, il piccolo imprenditore di 31 anni abitante a Corsico. Avvocato con studio a Ronco Briantino, Crea da alcuni anni è consulente per l'azienda di Robbiate: «Mi ha contattato Piero Radice, l'amministratore delegato, lunedì mattina. È una ditta con cui lavoro da alcuni anni, c'è un ottimo rapporto non solo professionale. Radice mi ha chiesto di intervenire, raccontandomi brevemente della situazione, anche perché avevo già avuto dei rapporti con quell'imprenditore proprio per il contenzioso che si era aperto e per il quale aveva manifestato intenti bellicosi». Tanto bellicosi da arrivare al sequestro di persona.
«Radice mi ha detto che De Giorgi era in mano ai sequestratori e che non sapeva bene come comportarsi. Abbiamo deciso che si sarebbe affidato a me per trovare una soluzione. Dopo dieci minuti sono entrato in contatto con i sequestratori che hanno avanzato una richiesta di 100 mila euro. A quel punto ho avvertito i carabinieri e abbiamo concordato un incontro presso il mio studio. Con Radice e uno dei rapitori abbiamo contrattato la cifra, questa persona ha manifestato l'intenzione di trattare con me perché già l'avevo conosciuto per il contenzioso. Ci siamo accordati per 80 mila euro in assegni: a quel punto abbiamo preparato gli assegni e l'incontro, fissato per le 15 presso il mio studio».
Ma tre minuti prima delle 15, il sequestratore chiama Antonino Crea e gli dice di voler effettuare lo scambio in strada: «A quel punto sono sceso e gli ho chiesto il rilascio di De Giorgi. Voleva prima i soldi ma da uno scambio di sguardi ha capito che non avrei consegnato nulla, quindi l'ha fatto scendere dall'auto. De Giorgi è potuto salire nel mio studio dove si trovavano i collaboratori e alcuni carabinieri. Ho dato gli assegni al sequestratore che è scappato in auto. L'hanno inseguito. Il passaggio a livello di Brugarolo era chiuso, ha fatto un'inversione di marcia ed è scappato verso Carnate, dove è stato fermato dopo uno speronamento con un'auto dei carabinieri. Per fortuna è finito tutto bene. La soddisfazione dal punto di vista personale è che De Giorgi mi ha abbracciato, ringraziandomi. Il comportamento del rapitore è incomprensibile. Abbiamo avuto paura che potesse fare una pazzia, non sapevano quale poteva essere la sua reazione».
Da parte sua l'amministratore delegato della Eletecno, Piero Radice, spiega il contenzioso con il sequestratore: «Non si tratta di debiti che abbiamo nei confronti di questa persona. Anzi, c'è una causa che sarebbe dovuta partire a dicembre al tribunale di Lecco. Quella persona ha svolto dei lavori per noi ed ha avanzato pretese che non abbiamo accettato perché non le abbiamo ritenute fondate. Non ci siamo accordati e quindi abbiamo deciso di andare in giudizio in tribunale per dirimere la questione. Ovviamente con la decisione di aprire un contenzioso legale si sono anche interrotti i rapporti di lavoro».
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