Separazioni e divorzi sono in netto calo nella Bergamasca, ma la litigiosità nei nuclei familiari, di contro, è in spiccato aumento. Lo testimoniano le cifre che arrivano dal Tribunale di Bergamo per il biennio 2007-2008 e per i primi sei mesi di quest'anno, che attestano un calo del 3 per cento delle separazioni confrontando il dato al 30 giugno 2009 e quello alla stessa data del 2007, mentre per lo stesso lasso di tempo in relazioni ai divorzi il crollo è stato di oltre il 10 per cento.
Di contro il lavoro dei giudici della Prima sezione Civile del Tribunale di via Borfuro - quella che appunto si occupa del diritto di Famiglia, e quindi anche ma non solo delle separazioni e dei divorzi - non sembra affatto in diminuzione.
«Non ho proprio avuto questa impressione, casomai quella opposta, e cioè di un aumento del carico di lavoro - ha confermato il giudice Paolo Maria Galizzi, fino a pochi giorni fa presidente della sezione (al suo posto, dopo il trasferimento a Brescia, è subentrato il presidente del Tribunale Ezio Siniscalchi, ndr) -. Si consideri che trattiamo per esempio anche i casi di allontanamento dalla casa familiare, che riguardano anche le famiglie di fatto: con questo termine non ci si riferisce solo alle convivenze more uxorio, ma anche a due fratelli che vivono insieme, o al genitore che abita con un figlio».
«Un elemento che forse può fornire una spiegazione è quello di un effettivo aumento dei tempi di trattazione, in particolare nei primi mesi dell'anno, anche se non mi sembra che si sia trattato di un aumento così forte - ha detto il presidente uscente, cercando di spiegare il divario tra il dato numerico e il carico lavorativo -. La distribuzione delle udienze è comunque rimasta inalterata, tra tutti i giudici: generalmente per ognuna vengono fissate tre separazioni giudiziali, uno o due divorzi e circa dieci o dodici separazioni consensuali».
A testimoniare il lavoro svolto, fiore all'occhiello della sezione, arriva il dato dei fascicoli in arretrato: se da inizio 2007 a inizio 2008 era aumentato, tra separazioni e divorzi, di quasi il 13 per cento passando da 1895 a 2141 cause, all'inizio del 2009 l'andamento si è invertito, facendo calare la pendenza del 5,65 per cento (di oltre il 15 per cento per i soli divorzi), fino a 2020 fascicoli.
E nel solo primo semestre 2009, oltre a essere stati smaltiti i nuovi arrivi, l'arretrato è sceso di un ulteriore 9 per cento, arrivando a 1768 casi. In media ogni anno, tra separazioni e divorzi, si parla di circa 2700 nuovi casi, che devono essere ripartiti tra i vari magistrati: «Ci sono state in passato sofferenze organiche, ora risolte, che hanno inciso sui tempi: siamo comunque a non più di sei mesi di durata media - ha spiegato Paolo Maria Galizzi -. Negli anni passati erano meno i divorzi, anche perché obbligatoriamente legati al decorrere dei tre anni dalla separazione e comunque non obbligatori, a meno che uno non si volesse a tutti i costi risposare. Va detto che a volte manca proprio l'interesse a divorziare, ma la motivazione del calo può anche essere il discorso economico: il divorzio, contrariamente alla separazione consensuale, prevede la presenza dell'avvocato, e quindi dei costi».
La diminuzione nell'ambito dei divorzi è netta: meno 4,99 per cento dal 2007 al 2008, e i dati del primo semestre 2009 confermano il trend in calo. Diversa la questione delle separazioni, in cui pure il dato indicativo del primo semestre 2009 segna un calo: dal 2007 al 2008, infatti, è stata registrata una leggera diminuzione delle consensuali (meno 1,93 per cento), ma anche un aumento consistente delle giudiziali, quelle cioè in cui i coniugi non riescono a trovare un accordo, pari al 9,8 per cento.
«Negli ultimi anni si è vista sempre più una reciproca intolleranza tra i coniugi e si è assistito a un fenomeno che anni fa non c'era, come quello delle accuse vicendevoli, di infedeltà e anche di altra natura: accuse che spesso, andando a fondo, non risultavano fondate - ha commentato Galizzi, spiegando questo aumento anche sulla base della sua quasi decennale esperienza come presidente della sezione -. Le giudiziali oggi sono più difficili. Si è assistito anche a una esacerbazione progressiva degli animi».
Anche sulle motivazioni all'origine di una richiesta di separazione la situazione rispetto anche solo a pochi anni fa è cambiata. «Ci sono comportamenti anomali, per così dire, per esempio dettati dalla droga - ha precisato Galizzi -. Oggi, pur non rappresentando la maggioranza, è un classico il caso di chi chiede la separazione perché il coniuge è tossicodipendente, sperpera i soldi comuni e, spesso, cade nella violenza. In passato era l'alcol, soprattutto nelle Valli, che portava a situazioni anche difficili di maltrattamenti».
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