Tutte e tre

Trovo la stupidità sempre interessante. Potreste dire che la ragione sta in una mia certa affinità con l’argomento: ditelo pure, se la cosa vi diverte (a me, divertirebbe) ma non dimenticate che, al di là del sottoscritto, la stupidità riveste in ogni cosa un ruolo importante.

In ogni cosa, dicevo, perché a ben guardare la stupidità è tutta intorno a noi, un po’ come lo slogan della Vodafone che, in effetti, non sfugge a tale classificazione. Se infatti per stupidità intendiamo ogni comportamento irrazionale, lesivo e autolesionistico, affrettato quando non è necessario lo sia, pretenzioso quando è ridicolo avere delle pretese, allora potremmo ben dire che la stupidità è l’elemento più diffuso in natura. Purtroppo - o forse per fortuna - di questa stupidità per così dire universale non ci accorgiamo spesso e anzi la usiamo per procedere nella vita.

Sono altre le forme di stupidità che ci colpiscono. Le individuiamo negli altri, naturalmente, mai in noi stessi: sono le «supernova» dell’idiozia: si vedono anche a occhio nudo.

Uno studio ha stabilito che sono tre le grandi «costellazioni» della stupidità notate e disprezzate dalla gente.

La prima è la cosiddetta «ignoranza disinvolta»: si manifesta quando qualcuno compie azioni complesse e/o rischiose senza le necessarie competenze.

La seconda è definita «mancanza di controllo»: riguarda azioni ossessive compiute senza poter esercitare su se stessi un minimo di disciplina.

Infine la terza categoria è la «sbadataggine»: azioni rilevanti compiute con la testa altrove e dunque capaci di conseguenze catastrofiche.

Secondo gli studiosi, l’80 per cento dell’umana stupidità rientra in una di queste categorie. Se vi state chiedendo a quale assegnare lo scrivere (e il leggere) questa rubrica, sappiate che ho già provveduto ad accertarmene.

Sono lieto di annunciare che, straordinario, rientra in tutte e tre.

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