Buonanotte
Sabato 06 Febbraio 2016
Prendere e lasciare
«Il tempo è denaro» dice un vecchio adagio (ma anche se il vecchio dovesse dirlo in fretta sarebbe la stessa cosa) e tutti, più o meno, abbiamo sempre fatto conto che fosse vero.
Un’espressione più adatta ai tempi che corrono sarebbe però «tempo o danaro»: non una massima ma un’alternativa, simile a quella posta dai rapinatori da vignetta («O la borsa o la vita»).
«Tempo o danaro» sembra essere il grande dilemma del XXI secolo, quello da sciogliere per impostare, una volta per tutte o quasi, il navigatore esistenziale che dovrà condurci - o almeno tentare di farlo - alla felicità. L’alternativa starebbe nel fatto che per avere più denaro, occorre sacrificare il proprio tempo: nel lavoro e nello studio. D’altra parte, il sacrificio del tempo restringe le occasioni in cui godere dell’agio che con il denaro guadagnato potremmo permetterci. Nodo gordiano potrebbe essere trovare un lavoro che ci renda felici. Soluzione solo in apparenza perfetta: non c’è lavoro che, in situazioni di alta pressione, manchi di cedere un poco di felicità allo stress e all’esaustione. Inoltre, felicità è anche, se non soprattutto, stare con chi si ama: nel caso sia una persona, e non una scrivania, il lavoro potrebbe essere di ostacolo.
Mi dilungo su tutto questo perché all’University of British Columbia, a Vancouver, hanno cercato di stabilire se, puntando a un dividendo di felicità, sia meglio investire nel denaro o nel tempo. Risultato: sarebbe preferibile il secondo. In altre parole, le persone più felici sono quelle che hanno più tempo per sé. Lo studio di Vancouver ci chiarisce le idee ma non affronta il nodo essenziale di questi tempi: l’alternativa denaro-tempo non ha perso di importanza ma è diventata teorica. Non abbiamo più dubbi su come si raggiunga la felicità: il guaio è che non riusciamo a liberarci dell’infelicità la quale, in sintesi, si definisce proprio come mancanza di alternativa. Non tra tempo e denaro, non tra prendere o lasciare, non tra notte e giorno, non tra oggi o domani. Dateci un’alternativa e saremo felici anche soltanto di poter scegliere.
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