Buonanotte / Bergamo Città
Martedì 29 Marzo 2016
Poco turbati
«In sala giochi invece che in reparto in ospedale, ma anche a casa a cena durante il turno di lavoro e a festeggiare il Capodanno nonostante fosse di servizio. Sono alcune delle irregolarità contestate dalla polizia di Stato a un medico dell’ospedale Regina Margherita di Comiso».
Il brano di cui sopra, trascritto dall’Ansa, non vuole, nella mia intenzione, sottolineare l’ennesimo caso di lazzaronite sul posto (pubblico) di lavoro, quanto il modo in cui un importante organo di informazione racconta l’ennesimo caso di lazzaronite sul posto di lavoro. Non notate anche voi nel resoconto, in apparenza asciutto e fattuale, il tentativo di introdurre un carico di riprovazione, di condanna, perfino di motteggio a fini di risarcimento sociale? Io sì: nello scegliere due episodi sugli “alcuni” che vengono contestati al medico si dipinge una scena davanti agli occhi del lettore; il protagonista non è più un generico approfittatore, ma un dottore che al benessere dei pazienti preferisce la sala giochi e lo zampone con le lenticchie.
Non critico affatto l’Ansa per il tentativo, anzi. Se il redattore ha impostato così il “pezzo” era perché sentiva di avere un dovere morale nei confronti del pubblico, ovvero quello di sollevare scandalo. Lo scandalo, dice la Treccani, è il “turbamento della coscienza e della serenità altrui, provocato da azione, contegno, fatto o parola che offra esempio di colpa, di male o di malizia”. Il comportamento del medico è precisamente un “esempio di colpa, di male o di malizia” (tutte e tre le cose, in effetti) ed è dunque giusto che l’Ansa lo tratti sottilmente per tale.
Assolto - e anzi approvato - il tentativo dell’agenzia, resta però da chiedersi quanto la coscienza civile sia oggi sensibile al “turbamento” dello scandalo. In apparenza lo è, e sono certo che il medico siciliano verrà coperto, online, di contumelie. Ma lo scandalo che induce la collettività alla riflessione mi pare una cosa lontana e desueta. Oggi insegue un colpevole e ne fa soltanto un bersaglio su cui sfogarsi per dieci minuti o venti minuti.
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