Nudi alla meta

Vedrò di spiegarmi: non è certo positivo il fatto che qualche funzionario troppo solerte (sempre ricordare il Talleyrand: surtout pas trop de zèle) abbia coperto nudi storici e artistici di tale valore. Positivissima è invece la reazione, quasi unanime, del mondo politico. Tutti, da Gasparri a Franceschini, da Sel alla Lega, si sono detti indignati per questo provvedimento, ridicolo e offensivo per la cultura e il patrimonio artistico del nostro Paese. Gasparri ha addirittura definito «banda di idioti» i responsabili della decisione e una tale definizione, promossa dal menzionato Gasparri, non può che essere presa sul serio, vista la competenza del soggetto.

L’ampiezza e la compattezza del fronte a favore dell’arte e della necessità di rispettarla nella sua integrità deve far piacere. Anche perché, è chiaro, indietro non si torna: chi oggi strepita a favore dei nudi romani non potrà domani tollerare che si mascherino altre espressioni artistiche. Chi oggi si indigna per l’offerta alla nostra cultura, non potrà domani esprimere perplessità per creazioni all’apparenza impudiche ma in realtà altamente artistiche.

Penso alla satira, per esempio, capace di mettere a nudo, appunto, l’autorità e fino a oggi così poco apprezzata dall’autorità stessa, che ha fatto di tutto per ostacolarla ed escluderla dalla tv. Ricordo una telefonata di Gasparri a «Quelli che il calcio», indignato per una scenetta satirica a sue spese. Altri tempi: il Gasparri di oggi non avrebbe esitato a esprimere il suo appezzamento, il suo plauso addirittura, nella consapevolezza che la libertà d’espressione è un bene assoluto e che il nudo, reale o metaforico, è una delle sue forme. Altrimenti, la posizione sua e degli altri difensori del nudo passerebbe per strumentale. E noi sappiamo che non lo è, giusto?