Astronauti in fila

Se per caso voleste unirvi al gruppo di coloro che aspirano a fare gli astronauti per la Nasa, potete prendere il numero all’ingresso e rimanere in attesa del vostro turno. Non stupitevi, però, se il numero sarà 18.001 o 18.002.

Tanti risultano infatti i candidati per la prossima «leva» di astronauti indetta dalla Nasa, prevista per il 2017. Si tratta del record assoluto di iscrizioni mai registrato dall’ente aerospaziale americano. Il primato precedente, del 1978, ne esce polverizzato: allora, all’alba del programma Space Shuttle, si presentarono 8.000 candidati.

Come mai tanti di più, oggi, aspirano a un mestiere così affascinante ma, diciamolo, anche così improbabile? Forse che la Nasa sta per lanciare - metaforicamente e materialmente - un’intera faretra di frecce spaziali e, dunque, ha bisogno di un folto gruppo di ardimentosi specializzati? Niente affatto: rispetto agli anni d’oro, le opportunità di raggiungere lo spazio attraverso razzi della Nasa sono calate del 90 per cento. Al momento, l’agenzia americana effettua voli destinati soltanto alla Stazione internazionale, anche se, in teoria, c’è in programma il raggiungimento di Marte per il 2030. Questa potrebbe essere una ragione per mettersi in fila, ma il programma Marte appare così vago e impreciso da non poter essere preso in seria considerazione.

Allora, perché tanti candidati per un lavoro che, in pratica, non c’è (quasi) più? Vien da pensare che siccome di posti non ce ne sono anche in tutti gli altri settori, tanto vale aspirare a quelli più prestigiosi e avventurosi. Meglio essere il candidato numero 18.000 per un posto alla Nasa che quello numero 17.500 per un contratto precario di bidello. Vuoi mettere poter vantarsi della propria posizione di candidato numero 75.000 di direttore della Berliner Philarmoniker invece che di aspirante numero 730.000 per un impiego di saldatore?

Ecco: ho scherzato sul lavoro, e forse ho fatto male. Ma peggio di me, credo, ha fatto chi in questi ultimi tempi ha ridotto il lavoro a uno scherzo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA