Metti un giorno con i Nobel
di prendere un caffè al Cern

Durante gli ultimi mesi della laurea specialistica, era partito per l’Erasmus in Norvegia, pensando di trasferirsi lì a lavorare, vista la grande richiesta di ingegneri, ma il destino per lui aveva in serbo un altro Paese, a diverse latitudini: la Svizzera e un’esperienza significativa al Cern, l’Organizzazione europea per la ricerca nucleare. Ma partiamo dall’inizio: Daniele De Ruschi, 32 anni, di Leffe, dopo aver frequentato il liceo scientifico «A. Fantoni» di Clusone, si è iscritto alla facoltà di Ingegneria Informatica dell’Università degli studi di Bergamo.

Dopo la triennale, la specialistica in Sistemi informativi e base dati, sempre a Bergamo. Ed è proprio negli ultimi sei mesi della specialistica che decide di partire per l’Erasmus, la sua prima vera e propria esperienza all’estero di lunga durata, scegliendo come meta la Norvegia, più precisamente Trondheim, terza città più grande del Paese: l’ideale per un appassionato sciatore di fondo come lui, che stava già pensando a come potersi trasferire lì, dato che gli ingegneri erano molto richiesti.

In università con gli sci

«È stata un’esperienza unica e irripetibile – racconta –. Andavo all’università con gli sci da fondo ai piedi e ho stretto relazioni con persone del posto che mi hanno accolto in casa loro durante le feste natalizie, dandomi l’opportunità di assaporare il vero spirito natalizio norvegese. Ho potuto ammirare la magnifica natura incontaminata dei fiordi, l’aurora boreale e il sole di mezzanotte». Alla fine del suo Erasmus, a luglio 2009, viene a sapere della possibilità di svolgere un internship presso il Cern di Ginevra e non si lascia sfuggire questa occasione. Mette momentaneamente da parte l’idea di ritornare in Norvegia e prova a fare domanda al Cern. La risposta è positiva: viene preso come ingegnere informatico con un contratto della durata di sei mesi. E due mesi dopo, a settembre, comincia la sua nuova avventura a Ginevra, prima ancora di terminare la specialistica. Mancavano infatti alcuni esami per portarla a termine, oltre alla tesi, quest’ultima preparata durante la sua esperienza di internship, e avente come soggetto proprio il Sistema informativo per la gestione della distribuzione elettrica del Cern.

Il caffè con Stephen Hawking

Allo scadere dei sei mesi, il contratto viene rinnovato e Daniele viene successivamente promosso da Technical student a Fellow, sempre nel campo informatico nel dipartimento di Ingegneria, finché a dicembre 2013 il contratto non può più essere esteso e dopo quattro anni e mezzo di lavoro al Cern, Daniele si mette alla ricerca di un altro impiego. «Quella al Cern è stata un’esperienza fantastica: l’ambiente era multiculturale e davvero molto stimolante dal punto di vista scientifico. Alla caffetteria si potevano incontrare personaggi illustri della fisica, come il premio Nobel Carlo Rubbia e Stephen Hawking. Al Cern ho inoltre prestato servizio come guida turistica e questo mi ha dato l’opportunità di presentare a tanti italiani, tra cui gli studenti del mio liceo, le meraviglie della scienza e della tecnologia del più grande acceleratore di particelle del mondo che ha permesso la scoperta della famigerata “Particella di Dio”. Sono molto orgoglioso di averne fatto parte».

Business analyst da Vitol

Dopo due mesi di intensa ricerca e una decina di colloqui, Daniele trova lavoro nella multinazionale Vitol, uno dei più grandi operatori del mondo nel mercato delle commodities, specializzata nel settore del petrolio e delle risorse energetiche. Da marzo del 2014 comincia così il nuovo lavoro come Business analyst: «Mi occupo del miglioramento dei processi di business del commercio dell’energia elettrica in Europa e dei derivati del petrolio in America. Sono nato in una famiglia di imprenditori che mi ha sempre incentivato a dare il meglio e a non arrendermi di fronte alle difficoltà, aspetti fondamentali della mia carriera – continua Daniele –. Qui ho la possibilità di viaggiare e parlare costantemente tre lingue: francese, inglese e italiano. In questo ambiente di lavoro quello che mi attrae e stimola di più è l’alta competitività del settore in cui opero, il dover apprendere rapidamente e l’affrontare ogni giorno nuove sfide».

La vita internazionale di Ginevra

Di difficoltà nel trasferirsi e ambientarsi in Svizzera, Daniele ne ha avute ben poche: «A Ginevra è difficile trovare una casa in affitto, c’è parecchia burocrazia da svolgere e bisogna trovare un compromesso tra costi altissimi e qualità. Fortunatamente essendo appena tornato dall’Erasmus non avevo esigenze particolari e mi sono adattato. All’inizio vivevo in un monolocale in campagna tra i vigneti della “Cave de Genève”, vicino al lavoro, a tal punto da poter raggiungere l’ufficio a piedi». E di aspetti positivi nella nuova vita ce ne sono tanti: «Essendo Ginevra sede di diverse multinazionali e Ong, si incontrano persone di diverse nazionalità, che provengono da tutto il mondo. È una città ricca di eventi artistici e socio-culturali, situata a meno di cento chilometri dal Monte Bianco, bagnata dal più grande lago d’Europa e con un aeroporto che collega le più grandi capitali europee, offrendo quindi innumerevoli opportunità per fare sport, svagarsi e divertirsi».

Non mancano però alcuni aspetti negativi: «Un costo della vita tra i più alti al mondo, un sistema sanitario non alla portata di tutti e contratti di lavoro a tempo indeterminato che possono concludersi dall’oggi al domani». In Italia, dalla famiglia e dagli amici, Daniele ritorna più o meno sei volte l’anno, una volta ogni due mesi: «Rientro in Italia in occasione delle festività, per i matrimoni degli amici e per trascorrervi delle brevi vacanze. A volte mi mancano i miei affetti più cari e certe abitudini che mi sono lasciato alle spalle, come un aperitivo con gli amici dopo il lavoro o una partita a calcetto, ma nonostante ciò sono contento delle opportunità avute finora. Il mio futuro? Intanto lo vedo in Svizzera, ma tengo gli occhi aperti nel caso mi si dovessero presentare delle nuove opportunità».

Essere più vicini ai bergamaschi che vivono all’estero e raccogliere le loro esperienze in giro per il mondo: è per questo che è nato il progetto «Bergamo senza confini» promosso da «L’Eco di Bergamo» in collaborazione con la Fondazione della comunità bergamasca onlus. Per chi lo desidera è possibile ricevere gratuitamente per sei mesi l’edizione digitale del giornale e raccontare la propria storia. Per aderire scrivete a: [email protected].

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