Bergamo senza confini / Pianura
Domenica 25 Settembre 2016
La nostra vita
è ripartita a Tenerife
Antonella Nesci con il compagno Matteo Cologni ha lasciato Verdellino per trasferirsi a Tamaimo. E il loro b&b «Casa Regina» è stato premiato da Booking. «Casa Regina», un posto regale, dove la «Regina» è una femmina dolcissima di razza boxer, i fiori danno il nome alle stanze e i guardiani del posto sono il monte Teide (il monte più alto di Spagna) da una parte e il mare delle Canarie dall’altra.
Un posto speciale frutto dell’intraprendenza e della creatività di Antonella Nesci e Matteo Cologni, una coppia di bergamaschi che «stanchi della solita vita» hanno deciso di partire e aprire un bed and breakfast a Tamaimo, un piccolo centro situato a Sud di Tenerife. Detta così la cosa sembra più magica che reale. In realtà dietro tutto questo ci sono quasi due anni vissuti un po’ da pionieri del West e un po’ da capitani coraggiosi. Sì,perché la loro partenza è stata abbastanza improvvisa.
Racconta Antonella: «Quella cosa che pensi di fare e non fai mai. Poi una mattina ti svegli e capisci che è arrivato il momento giusto, che le figlie sono grandi e non hanno più bisogno di te (Krizia, 32 anni, vive in Francia e Elisa, 26, in Spagna ndr), che l’utopia più che sfida all’impossibile diventa motore di adrenalina e così decidi, senza pensarci molto, senza mettere in conto difficoltà, rischi. Decidi di partire e semplicemente parti».
Meno facile convincere Matteo che in quell’avventura vedeva una buona dose di follia. L’ha spuntata l’entusiasmo di Antonella «tanto che alla fine quello più “gasato” era lui», dirà poi. La sua passione per il mare e quella per la montagna di Matteo, ma anche condizioni economiche favorevoli, hanno portato a puntare la scelta sulle Canarie, esattamente a Tenerife. Un paio di viaggi a setacciare l’isola, a marzo e giugno 2014, poi finalmente la scoperta: una casa di 580 metri quadrati da ristrutturare a un prezzo che potevano permettersi impegnando le rispettive liquidazioni e i loro risparmi.
È così che Antonella, 53 anni, dipendente di Poste italiane e responsabile dell’ufficio postale di Caprino bergamasco, dove risiedeva, e il compagno Matteo, 55 anni, tecnico della Robur di Verdellino incontrato qualche anno fa dopo la separazione, hanno detto addio alle loro aziende e dato il via libera ai sogni.
Sono partiti il giorno di Ferragosto. Hanno lasciato Caprino bergamasco con l’auto stracarica che pendeva fin quasi a toccare l’asfalto: le biciclette sul tetto, gli abiti e le masserizie ordinatamente compresse con il grande paiolo della polenta che spuntava dagli scatoloni – non avremmo potuto partire senza quello, diranno in seguito agli amici – e Regina che annusava tutto quel trambusto adagiata sul sedile posteriore come una «vera regina». Due notti e due giorni di viaggio rocamboleschi: 2.300 chilometri in auto per arrivare a Cadice, due giorni di navigazione passati sul ponte della nave abbracciati a Regina per non lasciarla sola, e finalmente l’approdo prima alla capitale Santa Cruz e poi a Tamaimo. Ma anche l’inizio delle prime difficoltà.
«I primi mesi sono stati duri – ricorda Antonella –. La casa era da sistemare e doveva essere liberata dai mobili: in pochi giorni abbiamo allestito con successo un mercatino dell’usato e ricavato una piccola somma. Poi ci siamo messi al lavoro: Matteo ha rispolverato la passione per il bricolage e ha cominciato a realizzare i primi tavoli che abbiamo utilizzato poi per l’angolo colazione. A farci da interprete è arrivata mia figlia Elisa. Con lei ho contattato le imprese del posto per il restyling e gli arredi. Nel frattempo ci sono stati i corsi di spagnolo, quelli di creazione d’impresa gestiti dal governo locale, le pratiche burocratiche. Tutta una serie di cose che non avevamo ben considerato. Ma bastava immaginare la nostra “Casa Regina” finita – nome deciso prima di partire perché Regina è stata il filo conduttore della loro storia, Matteo si è innamorato di lei prima che di Antonella, scherzano – per allontanare stanchezza e momenti di scoraggiamento».
«Ce l’abbiamo fatta – sorride Matteo –. A fine novembre 2014 erano pronte alcune stanze e abbiamo brindato. A marzo 2015, a lavori finiti, sono arrivati i primi clienti italiani e a metà maggio anche quelli stranieri: inizialmente una coppia di russi e poi europei, americani, asiatici. Ora “Casa Regina” è un piccola oasi a respiro internazionale adagiata tra il Teide e l’oceano dove si incrociano escursionisti della montagna e visitatori dell’isola».
Canarina, Alheli, Margarita del Teide, Aloe, Tajinaste, e Ave del paradiso sono i fiori del Teide che Antonella ha scelto per dare il nome alle sei camere arredate cromaticamente a tema. Gran parte degli arredi sono stati realizzati cercando di rispettare l’ambiente e utilizzando materiali di riciclo: le testata dei letti con canne di bambù, o con legno ricavato dagli steccati di recinti in disuso, le pareti con lo stesso laminato dei pavimenti. Un intreccio di creatività, sostenibilità, comfort e bellezza che a inizio anno è stato premiato da Booking con l’attestato di eccellenza 2015. Una bella soddisfazione, commentano Antonella e Matteo. «Ma quella più grande – aggiunge Antonella –, è l’emozione che regala quella sorta di incantesimo che avvolge ogni volta che ci troviamo di fronte l’imponenza di quel vulcano dormiente che è il Teide e la distesa infinita dell’oceano: bellezza allo stato puro da lasciare senza fiato. Sono momenti impagabili». E confessano: «In mezzo a quei “guardiani” abbiamo trovato il nostro “orizzonte di senso”».
Ora a «Casa Regina» tutto scorre liscio. Antonella, esperta cuoca-pasticciera, ama stupire i clienti con le sue specialità. Matteo si occupa della reception e fa da guida a chi vuol salire sul Teide. Nessun rimpianto, nessuna nostalgia. Lontani i giorni quando Antonella guardava i giallo-blu, colori simbolo di Poste italiane, del suo ufficio e sospirava sognando. Beh, a ben guardare i colori sono rimasti. Si sono solo trasformati. Magia di Tenerife.
Essere più vicini ai bergamaschi che vivono all’estero e raccogliere le loro esperienze in giro per il mondo: è per questo che è nato il progetto «Bergamo senza confini» promosso da «L’Eco di Bergamo» in collaborazione con la Fondazione della comunità bergamasca onlus. Per chi lo desidera è possibile ricevere gratuitamente per sei mesi l’edizione digitale del giornale e raccontare la propria storia. Per aderire scrivete a: [email protected].
© RIPRODUZIONE RISERVATA