Francesca, in Florida
cacciatrice di teste

Stringe ancora forte la sua italianità e il suo essere bergamasca doc Francesca Vezzali, 33 anni originaria di Zanica che dal 2010 vive e lavora in Florida, prima a Disneyland, poi cameriera in un ristorante italiano e oggi a Winter Park, vicino ad Orlando, dove è da poco stata promossa a rappresentante internazionale di reclutamento di studenti stranieri per la Full Sail University, l’Università di comunicazione, arte e spettacolo.

Coincidenze o forse solo energia da vendere, ma per Francesca l’amore arriva come un colpo di fulmine e l’opportunità professionale come una scena da film americano, di quelli inverosimili. Serve al tavolo la persona giusta, che riconosce chiaramente le sue qualità e il giorno dopo la vuole al suo fianco: il direttore della Full Sail University, con oltre 16.000 studenti provenienti da 79 Paesi diversi.

L’uomo della sua vita invece lo riconosce praticamente fra mille: «L’ho visto in una foto che una mia amica aveva pubblicato sul suo profilo Facebook, era bellissimo. Dopo un anno a Disneyland ero tornata in Italia e stavo lavorando in un hotel 5 stelle sulle Dolomiti mentre la mia amica era rimasta in Florida. Mi sono detta che non avevo nulla da perdere, l’ho contattato, mi ha risposto e dopo dieci mesi di amicizia virtuale sono tornata a Orlando. Era il 2010 e due anni dopo ci siamo sposati. Lui lavora per la Lochkheed Martin, un’azienda attiva nei settori dell’ingegneria aerospaziale e della difesa».

Amore, carriera e tre grandi passioni una, sfrenata, per le scarpe, con una media di 57 paia a disposizione e le altre due, ereditate dalla nonna bergamasca, per la cucina e l’uncinetto. «In un Paese dove le persone escono a cena in media cinque volte la settimana io non riesco a rinunciare alla cucina. Adoro mettermi ai fornelli, preparo marmellate, pane e pasta fatti in casa e anche tanti dolci, ma lì mi sono un po’ “americanizzata” perché mi diletto a preparare le cupcakes. Poi mi rilassa tantissimo lavorare all’uncinetto e lo faccio davvero tutte le volte che posso, soprattutto di sera mentre guardo la televisione. Confeziono porta saponette, sciarpe, cappelli, qualsiasi cosa. Mi dicono pure che sono brava e che dovrei aprire un negozio on line. Ma quello che faccio lo regalo. I miei regali di Natale sono sempre fatti all’uncinetto».

Con le radici ben salde nella sua terra, Francesca però il viaggio ce l’ha nel sangue: «Ho iniziato a girare il mondo all’età di 18 anni. Viaggiare mi apre il cuore. Per dieci anni ho fatto l’animatrice nei villaggi turistici: Maldive, Croazia, Egitto, Cipro, Bahamas. Oggi viaggio ancora moltissimo per lavoro, prima in Sudamerica e Asia e adesso prevalentemente negli Stati Uniti e in Canada, che è stupendo. Nel mio lavoro incontro tantissimi ragazzi stranieri arrivati negli Stati Uniti pieni di speranze, proprio come me. Mi sento vicina a loro perché so cosa provano, li aiuto a capire le loro attitudini nella scelta universitaria e vedo tutto l’impegno che ci mettono per riuscire a realizzare i loro sogni. L’Università per cui lavoro è “accelerata”, puoi conseguire la laurea anche in soli due anni. Le lezioni iniziano alle 5 di mattina e vanno avanti fino a notte inoltrata, perché il ritmo nel mondo del cinema è questo e la Full Sail vuole davvero preparare i suoi studenti a entrare al meglio nel mondo del lavoro. È un percorso universitario estremamente pratico e stimolante, anche se non economico perché la retta va dai 50.000 agli 80.000 dollari, ma garantisce almeno il 75% di posizionamento lavorativo post laurea nel settore di studio».

Gli Stati Uniti adesso sono la sua casa e molto probabilmente il suo futuro, ma Bergamo non si dimentica: «È stata una scelta difficile, mi manca la bellezza di Città Alta, l’atmosfera, le montagne, l’arte e la storia. Poi c’è la distanza dagli affetti più cari, i miei genitori, mio fratello e le mie nipotine, Rebecca e Matilde. Quando ho preso la decisione di sposarmi e rimanere qui per mio padre è stato più facile, forse perché nella sua vita ha viaggiato parecchio mantenendo un forte attaccamento alla sua terra e al dialetto. Ancora oggi infatti, mio papà Luciano è impegnato nella direzione artistica della Compagnia stabile del Teatro del Gioppino di Zanica che è una compagnia di teatro dialettale. Mia mamma invece ogni giorno mi chiede quando torno a casa. So che è più difficile per lei. Fortunatamente le distanze si possono un po’ colmare grazie alla tecnologia e questo aiuta. In Florida, anche se immersa in una cultura che non è la mia vivo per quello che sono e spesso mi distinguo, anche sulle quattro ruote. Qui dove tutto è enorme: io invece viaggio con la mia Fiat 500L, molto vintage».

Essere più vicini ai bergamaschi che vivono all’estero e raccogliere le loro esperienze in giro per il mondo: è per questo che è nato il progetto «Bergamo senza confini» promosso da «L’Eco di Bergamo» in collaborazione con la Fondazione della Comunità Bergamasca. Per chi lo desidera è possibile ricevere gratuitamente per tre mesi l’edizione digitale del giornale e raccontare la propria storia. Per aderire scrivete a: [email protected]

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