Bergamo senza confini / Valle Seriana
Sabato 25 Luglio 2020
Anna, 27enne designer di app
Da Songavazzo allo Yorkshire
«Avevo voglia di un periodo all’estero e così sono partita alla volta di Manchester». «Quel periodo» dura dall’ottobre 2015 per Anna Scandella, 27enne di Songavazzo, che da tre anni si è poi trasferita a Leeds. «Mi è sempre piaciuto il Regno Unito – racconta –, sono stata in vacanza qui con la mia famiglia più di dieci volte e mi ha sempre affascinata molto. Una volta finiti gli studi, ho studiato grafica e web all’Accademia di Belle Arti Santa Giulia a Brescia, avevo voglia di fare un periodo all’estero e magari ottenere un po’ di esperienza lavorativa. Onestamente non pensavo di fermarmi così a lungo, ma sono stata fortunata perché ho trovato lavoro in un’agenzia di grafica a Stockport, vicino a Manchester, solo un mese dopo essermi trasferita».
Quella rotta Ryanair
Una scelta che è ricaduta su Manchester per puro caso. «Vorrei tanto avere una motivazione migliore – prosegue –, ma sono qui solo perché era l’unico posto che non fosse Londra su cui volava Ryanair. Dopo due anni a Manchester mi sono trasferita a Leeds per motivi di lavoro e ora sono qui da quasi tre anni. Faccio sempre piani su quel che farò, ma alla fine succede sempre qualcosa che li cambia per un motivo o per l’altro; pensavo di rimanere sei mesi e invece sono qua da quasi cinque anni. Ne servono cinque per avere il settled status, novità dopo la Brexit, più uno per ottenere il passaporto. Dopo di quello, vedremo. Lavoro come Ux/Service Designer per Pocketworks, una compagnia che sviluppa applicazioni per il telefono. Io mi occupo del design per le applicazioni, faccio ricerca con gli utenti, «user research», e test con gli utenti affinché le applicazioni funzionino correttamente, siano intuitive e comprensibili. Ho iniziato a Manchester come Junior Designer mentre ora sono la leader del team dei designer. Nel tempo libero sto imparando linguaggi di programmazione, visto che mi piacerebbe saper costruire le app di cui faccio design. Tutte le esperienze lavorative che ho avuto da quando sono qui, mi hanno dato l’opportunità di imparare davvero tanto».
Tante le differenze tra l’Italia e l’Inghilterra che Anna Scandella ha notato. «Le differenze a cui mi devo ancora abituare sono quelle attorno al cibo – sottolinea –: mangiare sul divano è completamente normale qua, tanto che in alcuni appartamenti che ho affittato non c’era neanche un tavolo, così come in pausa pranzo di norma si mangia qualcosa sulla scrivania e poi si torna al lavoro. Per fortuna è stato assunto in ufficio un ragazzo di Prato, con cui andiamo a mangiare del “cibo vero” e posso coltivare il vero rito del pranzo. L’altra differenza più facile da notare penso sia il fatto che in Italia, o quantomeno a Bergamo, si ha la tendenza a parlare con chiunque e a creare rapporti coi vicini, con i concittadini, c’è un forte senso di comunità. Qua la maggior parte delle volte invece non conosci nemmeno chi vive nella porta a fianco ed è completamente normale, niente di anomalo per loro. Sono molto più riservati e non tendono a esprimere emozioni così liberamente. Il mio ragazzo dice che noi italiane siamo troppo “passionate”, ma a me piace così».
La campagna dello Yorkshire
«Leeds è una città a misura d’uomo, non è molto grande, ma ha un bel centro con gallerie e musei – racconta Anna –. È una città universitaria, quindi ci sono anche molti bar, eventi e concerti: è molto vivace. Il meteo è tipico inglese, un minuto c’è il sole e poi un minuto dopo piove. Si trova nello Yorkshire, che è una regione piena di zone di campagna e laghi, quindi con meno di dieci minuti di treno ci si può immergere nella natura e anche fare qualche camminata in montagna. Nel tempo libero mi piace molto fare torte, dolci e cucinare in generale, faccio yoga e sto imparando a suonare la chitarra. Mi piace anche dipingere e fare fiori di carta».
«La cosa davvero bella è che qui ci sono tantissime opportunità e le porte sono aperte per chiunque, non importa quanti anni di esperienza tu abbia o che studi tu abbia fatto, se lavori sodo e sei bravo, quello che fai ti viene riconosciuto senza sconti – dice –. C’è molta meritocrazia e il lavoro infatti mi dà tante soddisfazioni». Oltre al lavoro, Anna Scandella, ha trovato anche il tempo per studiare: nel dicembre 2019 ha terminato un master in Human centred service design and innovation, presso l’Università degli studi di Leeds.
L’idea, tra un po’, sarebbe quella di ritornare a respirare l’aria della Valle Seriana. «Sì – confessa –: non nascondo che un giorno mi piacerebbe tornare in Italia, soprattutto se dovessi comprare casa e pensare ad avere una famiglia. Il mio ragazzo, Blake, è di Leicester, ma è innamorato di Clusone e sta imparando l’italiano (piano, piano), quindi vedremo. Lui sta finendo un dottorato in Ingegneria meccanica, bisognerà vedere se si può trovare lavoro in Valle Seriana. Ovviamente si sente un po’ di nostalgia di casa. Mi manca molto la mia famiglia, mio fratello (Jacopo, consigliere regionale del Pd ndr) e i miei genitori. Ho due nipoti, Emanuele e Caterina e mi dispiace vederli così poco; pensano che io viva dentro lo schermo del telefono. Poi mi manca molto il pranzo della domenica, quel profumo di arrosto con la polenta, i casoncelli... e andare a vedere l’Inter! Vado alle partite del Leeds United qualche volta, ma non si avvicina neanche a San Siro. Torno comunque spesso a casa, ogni due mesi circa. E anche i miei genitori mi visitano spesso, mio padre ha un debole per la birra inglese».
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