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Bergamo senza confini / Bergamo Città
Domenica 09 Settembre 2018
Amici da sempre
in tre città diverse
Andrea Allieri, trentenne di Bergamo, laureato all’Università degli studi di Bergamo in Economia aziendale e Direzione amministrativa, che da due anni vive e lavora in Lussemburgo, ricorda col sorriso una delle tante esperienze vissute con Fabio Pandolfi, 28 anni, nato e cresciuto a Bergamo, laureato anch’egli presso l’Università degli studi di Bergamo in Ingegneria gestionale, che da due anni vive e lavora in Germania, e Giancarlo Villani, ventinovenne di Gorle, laureato in Comunicazione sempre presso l’Università degli studi di Bergamo, che da un anno e dieci mesi vive e lavora a Londra.
«L’esperienza più bella che abbiamo vissuto insieme è sicuramente la vacanza in Portogallo, nell’estate del 2015. Siamo arrivati in aereo a Porto e poi siamo andati in auto fino in Algarve. È stata una bellissima vacanza, on the road, con miliardi di risate e isterismi che ricordo ancora come fossero ieri, e una foto vicino allo stadio del Benfica, messi come se fossimo in barriera, aspettando una punizione di un “certo” Eusebio».
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Andrea Allieri, trentenne di Bergamo, laureato all’Università degli studi di Bergamo in Economia aziendale e Direzione amministrativa, che da due anni vive e lavora in Lussemburgo, ricorda col sorriso una delle tante esperienze vissute con Fabio Pandolfi, 28 anni, nato e cresciuto a Bergamo, laureato anch’egli presso l’Università degli studi di Bergamo in Ingegneria gestionale, che da due anni vive e lavora in Germania, e Giancarlo Villani, ventinovenne di Gorle, laureato in Comunicazione sempre presso l’Università degli studi di Bergamo, che da un anno e dieci mesi vive e lavora a Londra. Un’avventura che descrive perfettamente l’amicizia che li lega nonostante la distanza. Un rapporto solido, fatto di viaggi, calcio, birra e divertimento, che è nato a Bergamo e che ora continua all’estero.
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«Noi tre – continua Andrea – ci siamo conosciuti non prestissimo. Ho conosciuto prima Fabio. Sapevamo entrambi chi era l’altro, per amicizie in comune, e ci salutavamo, poi una sera, non saprei dire il perché, Fabio si è avvicinato e mi ha detto che aveva deciso di andare a Londra un mese per ottenere un certificato di lingua inglese, lo Ielts, e io gli ho risposto, dal nulla, magari senza che se l’aspettasse, che l’avrei seguito. Da lì la nostra vera amicizia è iniziata, nel lontano 2011».
«Con Giancarlo invece – racconta Fabio – è stato un inserimento graduale. Anche con lui ci si conosceva già, ma il fattore scatenante è stato il calcetto, grazie a partite giocate insieme perché invitati da amici comuni. Quindi direi che dal calcio e dalle birre sono partite le mie due amicizie più grandi». Andrea a Giancarlo concordano. «Da lì – conferma Giancarlo – non ci siamo più separati». «Eravamo sempre in contatto – spiega Andrea –, uscivamo sempre assieme, andavamo al cinema, in centro, in discoteca e a giocare a calcio. Ora, ovviamente, è cambiata la frequenza del vederci, ma solo quella». Anche ora infatti sono sempre in costante contatto e continuano a vedersi, in giro per il mondo però.
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«Al giorno d’oggi – continua Giancarlo – Ryanair e WhatsApp aiutano molto. Andrea e Fabio sono venuti a Londra e io sono andato spesso ad Amburgo e in Lussemburgo. Ci sono voli super economici su queste tratte e una volta lì non paghi l’alloggio, quindi vedersi a basso costo non è impossibile. Ogni tanto ci vediamo anche in altri posti del mondo e facciamo un weekend insieme. E poi, anche se, ovviamente, ci vediamo poco, il nostro gruppo di Whatsapp permette di mantenerci in contatto quotidianamente, scambiandoci foto, messaggi e video, e parlando di tutto». «Alla fine – dice Andrea – il detto “la distancia separa cuerpos, no corazones” è proprio vero».
Il ragazzo di Bergamo lo dice in spagnolo perché la Spagna e l’amore per tutto ciò che la riguarda è un’altra delle numerose cose che i tre amici hanno in comune. «Abbiamo sangue ispanico – scherza Fabio –, poiché tutti e tre abbiamo fatto l’Erasmus in Spagna durante l’università. Io a Siviglia, nel 2012, Andrea a Tenerife, sempre nel 2012 e Giancarlo a Granada, nel 2013». «Sì, e nemmeno a farlo apposta – racconta Andrea –, poi, ce ne siamo andati tutti assieme dall’Italia. Il primo a essere andato all’estero per lavoro è stato Fabio, a maggio 2016, seguito da me, 2 mesi dopo, e da Giancarlo, 3 mesi più tardi, ad agosto». Tutti e tre si sono trasferiti all’estero per avere un percorso di crescita, sia personale che lavorativo. «Avevo voglia di nuove sfide – continua Andrea – e di migliorare la mia posizione lavorativa e ciò è stato possibile in Lussemburgo, dove ora vivo e lavoro per la Ferrero, ricomprendo la posizione di Internal Auditor. Il lavoro consiste nel viaggiare presso tutte le Ferrero del mondo e verificare che le procedure di Gruppo siano correttamente implementate e tutti i rischi di business siano coperti da controlli effettivi al fine di evitare frodi, mala gestione o perdita del valore del brand»
«Io, invece – racconta Giancarlo – sono partito per imparare meglio l’inglese, ma una volta arrivato a Londra ho deciso di fermarmi di più e dopo aver lavorato come porter in un albergo, a dicembre 2016 sono stato assunto come Marketing & Sales per Holiday Inn Camden. In seguito, nel novembre 2017 , ho colto questa occasione per Getech a Covent Garden, dove ora sono nel team Marketing». «Mentre io – spiega Fabio –, anche se sono molto legato a Bergamo, mi sono trasferito perché ritengo sia importante per la mia crescita lavorativa. Inoltre è il lavoro che sognavo di fare, per una multinazionale bergamasca, come me, in ambito supply chain. Un’azienda e una mansione che rispecchiano pienamente ciò che sono, visto che lavoro per RadiciGroup, che è fortemente legata al territorio bergamasco, dove oltre 75 anni fa è nata, ma che incentiva percorsi di crescita professionale a livello internazionale per i suoi dipendenti». Ma, anche se nelle rispettive città vivono bene, i tre giovani tornano a casa, a Bergamo, appena possono, e per il futuro, anche se non immediato, vorrebbero rientrare stabilmente in Italia. «Di Bergamo – dice Andrea – mi mancano la famiglia e gli amici, che riesco a vedere solo 5-6 volte all’anno, poi la polenta, i casoncelli, gli aperitivi del venerdì sera e soprattutto il caldo e il sole estivo, che mi permetteva di fare uscire in moto in Città Alta. Voglio, un giorno, avere una buona posizione lavorativa in Italia e rientrare. Questo senza dubbio. L’Italia resta sempre l’Italia». «Anche a me – continua Fabio – mancano clima, cibo e affetti. Io torno abbastanza spesso, diciamo 1 weekend al mese in media, solo per 2-3 giorni ogni volta, quindi cerco di concentrare tutto in poco tempo: la famiglia, gli amici e viversi Bergamo, cose semplici, ma a cui non posso rinunciare. E, essendo un grande tifoso dell’Atalanta, vado allo stadio». «Io – conclude Giancarlo – riesco a tornare a casa con regolarità, il mio lavoro me lo permette. In futuro voglio tornare fisso in Italia, ma non nel breve periodo, sono ancora giovane e sarei anche pronto per un’altra esperienza all’estero». Presto, quindi, ma forse non troppo, Andrea, Fabio e Giancarlo vorrebbero tornare a vedersi ogni giorno e, magari, a mettersi in barriera per difendere la porta della loro vecchia squadra di calcio da un calcio di punizione di un avversario.
Essere più vicini ai bergamaschi che vivono all’estero e raccogliere le loro esperienze in giro per il mondo: è per questo che è nato il progetto «Bergamo senza confini» promosso da «L’Eco di Bergamo» in collaborazione con la Fondazione della comunità bergamasca onlus. Per chi lo desidera è possibile ricevere gratuitamente per un anno l’edizione digitale del giornale e raccontare la propria storia. Per aderire scrivete a: [email protected].
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