No al catastrofismo
Pinilla da recuperare

Là dietro si è scatenato il bailamme. Il Verona (18), che era ultimissimo, resta ultimo ma è in forte ripresa, il Carpi (20) è sempre penultimo, però non molla, e il Frosinone (23) - ancora terzultimo - sta ormai ringhiando alle spalle della Sampdoria (25) e domenica ci sarà proprio lo scontro diretto allo stadio Marassi.

Le ultime tre rimangono le principali candidate alla retrocessione, perché le due matricole sono inferiori sul piano tecnico e il Verona è molto in ritardo, ma la piccola rivoluzione in atto non è da sottovalutare. E non c’è soltanto la Sampdoria in crisi (da quando c’è Montella in panchina è addirittura ultima per punti racimolati), in ambasce ci sono pure il Palermo (26), penalizzato dall’incredibile sfilza di allenatori ingaggiati e licenziati da Zamparini, e l’Udinese (27), tanto che patron Pozzo ha dichiarato che avrebbe già esonerato Colantuono se avesse una valida alternativa, mentre il Genoa (28) si è un po’ tirato su liquidando in rimonta proprio l’Udinese.

E l’Atalanta (29)? I nerazzurri - a +6 dal Frosinone e con quattro squadre cuscinetto - non dovrebbero pensare con preoccupazione a chi sgomita per non cadere in serie B, ed invece è scattato il campanello d’allarme a causa delle 11 giornate d’astinenza e del misero bottino di 5 punti in cassaforte. Sarebbe sufficiente una vittoria per rilanciarsi, sfondare quota 30 e dare un bel calcio ai timore di essere risucchiati nelle sabbie mobili, ma la vittoria, anche brutta e sporca non arriva, e così aumentano le inquietudini dei giocatori e dei tifosi.

Sottolineato il negativo 2016 che l’Atalanta sta attraversando, non si deve però cadere nel catastrofismo. Perché per più di un’ora era stata un’Atalanta da 8 quella che aveva annullato con aggressività e intelligenza la Fiorentina, che non è terza per caso, i bergamaschi avrebbero sì dovuto evitare d’incassare il primo gol che ha cambiato radicalmente il match, compromettendolo, e hanno perso, per cui le critiche - acuite dal momentaccio che dura ormai da due mesi - sono sacrosante, ma evitiamo di esagerare.

La sfida contro i viola si è conclusa 3-2, non 0-0 come le due ultime esibizioni dei nerazzurri, ma non sono assolutamente cambiate le lacune dei nerazzurri. Che sono in attacco. Sì, l’Atalanta ha incassato tre gol, e la difesa - che era stata irreprensibile fino allo 0-1 - si è un po’ persa, però è stato un blackout favorito anche dallo sbilanciamento generale della squadra che ha tentato di pareggiare. Non ha senso parlare di problema della difesa. Invece in chiave offensiva sono stati ancora dolori, nonostante i due gol - uno di un difensore, Conti - che sono scaturiti alla fine, quando la partita era ormai orientata in favore della Fiorentina.

Se una squadra ha carenze in attacco le motivazioni possono essere tante, ci sono anche un centrocampo che non incide in fase di spinta e di rifinitura, ali che viaggiano a corrente alternata, ma quel che emerge di più è che il Pinilla attuale è ben lontano dal rendimento a cui ci aveva abituato, al di là delle reti realizzate. Prima del gol al 91’ l’attaccante cileno si era notato soltanto per l’ennesima, sciocca ammonizione rimediata a causa del suo carattere irascibile. Perlomeno Pinilla si è sbloccato e la speranza è che cresca presto eliminando - se ci sono ancora - le ultime scorie della lunga inattività. Perché l’Atalanta ha un disperato bisogno di lui e perché la sua alternativa, Borriello, non ha finora inciso quando ha giocato.

Naturalmente la parola d’ordine è non scoraggiarsi e continuare a lavorare. All’orizzonte c’è la trasferta di Modena contro il Carpi e quello sì che sarà un duello da non fallire assolutamente - nel quadro di un calendario complicato - per rilanciarsi e sorridere di nuovo. Purtroppo il ko di Gomez, che sarà indisponibile per 20 giorni, priva l’Atalanta di uno dei suoi giocatori più letali, ma non è più il tempo di tentennamenti. Restiamo ottimisti. Ci sembra impossibile che non si possano più vedere sprazzi dell’Atalanta che aveva incantato nel primo scorcio della stagione, sprazzi che sarebbero sufficienti per volar via dalle preoccupazioni, e ci sembra impossibile che le cessioni di Moralez e Grassi abbiano distrutto i meccanismi di gioco dei bergamaschi a tal punto da farli crollare. Restiamo ottimisti, almeno fino a domenica....

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