Motivazioni diverse
Ora pensare al futuro

L’Atalanta è andata a Napoli fortunatamente senza più nessun patema d’animo, dopo che la Juventus, battendo il Carpi, le aveva regalato di fatto la salvezza aritmetica. Ma la sua parte di squadra che si deve salvare l’Atalanta l’ha già recitata con discreto anticipo, con i due successi consecutivi ottenuti contro Bologna e Milan. La festività che impedisce l’uscita dei quotidiani ha consentito all’Atalanta una vigilia tranquilla della trasferta con i partenopei di Sarri.

L’obiettivo salvezza era già stato messo in cassaforte contro il Chievo, e blindato domenica. Per l’Atalanta la trasferta di Napoli non è stata comunque una passeggiata, perché la squadra partenopea continua a battersi per mantenere il secondo posto davanti alla Roma. Difficile scendere in campo con le giuste motivazioni, quando una squadra non ha più obiettivi e l’altra ne ha da vendere. «È FATTA», aveva scritto a caratteri cubitali il nostro giornale, pur non mancando di indicare alcune combinazioni che avrebbero posto interrogativi sulla conquista immediata dell’obiettivo salvezza.

I bergamaschi hanno potuto seguire la gara di Napoli incuranti del risultato, che invece continua ad essere importante per i partenopei, impegnati a giocarsi il secondo posto contro la Roma di Spalletti dopo essere stati costretti a disinteressarsi dello scudetto, conquistato con pieno merito dalla Juventus. La squadra bianconera ha praticamente posto la parola «fine» al suo lungo inseguimento al Napoli, imponendosi nello scontro diretto con i partenopei grazie alla rete di Zaza, realizzata quando mancavano solo 120” alla conclusione dell’atteso ma importante confronto diretto.

Si era alla 25ª giornata e da quel momento per i bianconeri è iniziata una autentica marcia trionfale, mentre per il Napoli gli obiettivi sono stati ridimensionati. Ora la formazione di Sarri deve solo preoccuparsi della Roma, che anche ieri sera a Genova ha dimostrato tutto il suo carattere e le sue qualità. E l’Atalanta? Comunque sia, bene così: il presente conta relativamente, perché è figlio di un passato positivo. Ora conta programmare bene il futuro.

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