Primo obiettivo, salvezza
Ma se arrivassero i goal...

Roma e Juventus per lo scudetto con l’Inter mina vagante, Napoli, Fiorentina, Lazio, Milan e Torino per l’Europa League, Genoa, Sampdoria e Sassuolo per un centroclassifica tendente all’alto, Palermo, Udinese e Chievo per un centroclassifica tendente al basso, Atalanta, Verona, Bologna ed Empoli che dovranno lottare per non retrocedere e Carpi e Frosinone che dovranno realizzare un miracolo per evitare la serie B.

È la nostra griglia di partenza del massimo campionato, dopo le prime due curve e dopo la fine del calciomercato estivo. Naturalmente si tratta di valutazioni criticabili e che sono state influenzate dai primi risultati. Peraltro clamorosi. Soltanto uno svitato avrebbe potuto pensare a un Chievo in vetta con 6 punti (e 7 gol realizzati! Lo scorso anno segnava con il contagocce) e a una Juventus ancora a quota 0. Eppure è la realtà.

Roma e Inter sono state elette regine del mercato. D’accordo. Soprattutto il club giallorosso ha puntato a rinforzare chirurgicamente i punti deboli e con un tandem d’attacco come Dzeko e Salah può davvero insidiare la Juventus che stavolta dovrà sudare per conquistare il suo quinto titolo tricolore consecutivo. Non ci sono più tre fenomeni come Pirlo, Vidal e Tevez e probabilmente non ci sono più la spaventosa cattiveria agonistica e la personalità di una volta: il club si rialzerà presto ma lo strapotere crediamo si sia esaurito. Quanto all’Inter, Mancini ha rivoluzionato la squadra, potrebbe esplodere come rivelarsi un flop: finora i milanesi hanno sempre vinto in zona Cesarini senza mai convincere. E il non avere nemmeno un centrocampista di qualità peserà.

Tra le squadre che si sono rinforzate intelligentemente c’è il Torino che si sta godendo un Baselli in versione goleador e che con la sua arrembante gioventù potrebbe diventare la squadra rivelazione schizzando nell’orbita europea. Chi ha più sorpreso sul campo è però il Chievo, che - nonostante un mercato da 6 - sta incredibilmente sprizzando salute da ogni poro. Vedremo se si confermerà restando al di fuori della bagarre per non retrocedere.

Ma parliamo dell’Atalanta: l’abbiamo inserita tra le squadre che dovranno lottare per conquistare la permanenza in serie A per tre motivi: perché nello scorso campionato si è classificata 17ª, un gradino più giù e sarebbe retrocessa, perché deve dimostrare di aver cambiato registro, il 2-0 al Frosinone non è ancora sufficiente a causa dalla mediocrità dell’avversario, e perché per scaramanzia è preferibile volare basso.

I bergamaschi dovranno presumibilmente lottare con Bologna (che si è rinforzato molto, c’è Destro in attacco, ma è ancora a 0 punti e Delio Rossi avrà bisogno di tempo per la carburazione), Verona (improbabile che Toni segni ancora più di 20 gol e Pazzini sembra più un suo doppione che un suo partner) ed Empoli (non c’è più Sarri e fatica sempre a concretizzare il suo gioco che però è pregevole come costruzione, da segnalare in attacco l’innesto dell’ex atalantino Livaja).

Da evitare ci sarà la terz’ultima posizione, in quanto Carpi e Frosinone, neopromosse che hanno operato alacremente sul mercato ma senza ingaggiare giocatori in grado di trascinare i compagni o attaccanti con il gol in canna (al massimo lo stagionato Borriello per il team emiliano e il cileno Castillo per i ciociari), sembrano decisamente inferiori alla concorrenza.

Naturalmente la speranza è che Paletta e Toloi sigillino con i compagni la difesa, che de Roon e Kurtic continuino a progredire regalando efficacia al centrocampo, che Moralez e Gomez volino irresistibilmente sulle fasce e che Pinilla e Denis, destinati a essere impiegati alternativamente, segnino in totale una ventina di gol. Se sarà così l’Atalanta non avrà problemi a insediarsi in una posizione di centroclassifica. In caso contrario ci sarà da soffrire.

Il calciomercato nerazzurro è stato positivo in una valutazione generale, ma un attaccante in più avrebbe reso la rosa ancor più completa e competitiva. Perché è vero che tre attaccanti centrali (con Pinilla e Denis c’è pure Monachello) per un posto sono sulla carta sufficienti, però ricordiamoci che infortuni - Denis ne sa già qualcosa - e squalifiche sono sempre dietro l’angolo. Con quattro attaccanti ci sarebbero state maggiori garanzie e mister Reja avrebbe avuto le carte per cambiare magari modulo in corsa puntando sulle due punte.

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