Nonostante tutto, Bergamo resiste e rinasce. Sono tanti i segni di questo atteggiamento sul nostro territorio: dalle diverse raccolte fondi alle tante attività di volontariato, passando per quella vicinanza sui social network dei cittadini verso chi ha perso una persona cara oppure a chi si trova in una situazione difficile. Per questi motivi L’Eco di Bergamo con il sostegno di Intesa Sanpaolo ha pensato ad un simbolo che testimoni questa forma di resilienza. Una bandiera da distribuire gratuitamente a tutti i lettori. Da mettere sui balconi come segno di vicinanza, come simbolo di unione di una comunità costretta a stare in casa, distante. Ferita ma non disposta a cedere. Sono oltre 17.000 le persone che hanno già votato la loro bandiera preferita, vota anche tu: “Una bandiera per Bergamo” comincia con la vostra scelta: sarete voi a decidere la bandiera dei bergamaschi da esporre, fra quelle che puoi vedere e scoprire in questa pagina. Il “sondaggio” durerà fino a martedì 14 aprile e sceglierà quale sarà l'immagine, che poi verrà distribuita gratuitamente in 100 mila copie de L’Eco di Bergamo cartaceo. Non vogliamo incoraggiare le persone ad uscire di casa, ma lasciare la bandiera nelle edicole per essere ritirata quando saremo più liberi di muoverci o quando lasciare la propria casa è necessario (per la spesa, la farmacia etc.). Inoltre verrà creata un’immagine di personalizzazione dei profili (di Facebook e delle altre piattaforme social) da sovrapporre alla propria immagine. In modo che il messaggio di “Una bandiera per Bergamo” si propaghi anche a livello virale, per i bergamaschi nel mondo (che sono almeno 1 milione) e per chi in questo frangente è “bergamasco”, sentendosi vicino al nostro territorio che soffre ma non si rassegna. Quotidianamente il nostro giornale racconta le storie delle persone che lavorano, aiutano, stanno a casa, reagiscono, e coloro che purtroppo non ce l’hanno fatta. Un modo efficace per fare sentire i bergamaschi uniti anche in un momento in cui sono costretti al distanziamento sociale. Ma anche uno scatto di orgoglio da parte di un territorio colpito a livello personale e collettivo che comunque non si arrende e pensa al presente per iniziare a costruire il futuro. Bandiera 1: “Mai mai mai arrendersi” È il 4 giugno 1940. Winston Churchill tiene un discorso al Parlamento, dopo il rimpatrio del Corpo di Spedizione britannico dal porto e dalle spiagge di Dunkerque, l’operazione Dynamo conosciuta anche come “miracolo di Dunkerque”. Il primo ministro inglese si rivolge ai parlamentari e al popolo, con parole ferme che diventeranno lo slogan usato in Inghilterra negli anni a venire della Seconda guerra mondiale: “Mai arrendersi”. «Noi combatteremo sulle spiagge, noi combatteremo nei luoghi di sbarco, noi combatteremo sui campi e sulle strade, noi combatteremo sulle colline; noi non ci arrenderemo mai». Abbiamo ripreso questa dichiarazione di resistenza moltiplicando i “mai”, per sottolineare che lo spirito bergamasco non demorde. Viene ferito, soffre, ma non cede. Alla base c’è un’idea di rinascita e ricostruzione. Mai rassegnarsi, ma coltivare una speranza reale, giorno dopo giorno. Una bandiera per testimoniare come ogni casa non vuole arrendersi, nonostante tutto. Bendiera 2: Noi amiamo Bergamo Bergamo. Un noi che rappresenta la nostra comunità, allargata a chiunque in questo momento, in Italia o nel mondo, ci è vicino sentendosi un po’ “bergamasco”. Un grande cuore rosso in cui ci siamo tutti, il cuore bergamasco del nostro territorio intenzionato a riprendersi, non disposto a soccombere. E quindi già ora al lavoro, forte delle sistole e delle diastole della sua gente, che regolano il ritmo cardiaco di un orgoglio sobrio e schivo. Proprio come la gente bergamasca. “Noi amiamo Bergamo”, “We love Bergamo”: una dichiarazione d’amore semplice, diretta, che però dice tutto di una città e di una provincia di cui è difficile non innamorarsi. Bergamo è una palpitazione che rimane dentro, un qualcosa che ha a che fare con le proprie radici ma soprattutto con i rami che ogni giorno allunghiamo verso il cielo della nostra terra. Una bandiera su ogni balcone per restituire l’attenzione e la cura di donne e uomini che da ogni angolo del globo si sono preoccupati di noi. Bergamo nell’anima C'è un'anima che ci piace ricordare e celebrare. Fa parte dell'identità di chi è nato qui, ma contagia facilmente anche chi a Bergamo è venuto a vivere ed è diventato un po’ bergamasco. L’anima di Bergamo è temeraria, apparentemente spigolosa ma in realtà docile. Ama fare bene le cose e si intimidisce quando qualcuno la emoziona. Coltiva una spiritualità all’insegna della solidarietà, in molteplici reti sociali di aiuto a chi è rimasto indietro. L’anima di Bergamo è la devozione ad un papa verace come Giovanni XXIII, l’amore per i crinali delle montagne che portano verso l’alto, la memoria viva e presente della terra dono del creato. L’anima di Bergamo è una preghiera detta a bassa voce, è la fede in una provvidenza che si esprime nelle mani di chi quotidianamente lavora. L’anima di Bergamo accetta la sofferenza e guarda la croce, ma cerca una resurrezione dalla tempesta, che riguarda la sua gente, le strade, il lavoro. Una cosa pratica e sempre inaspettata che chiamiamo vita. Degna di essere vissuta ancora, all'ombra di una bandiera. Fino a martedì 14 aprile compreso sarà possibile esprimere la propria preferenza indicando la bandiera scelta. Sono disponibili diverse modalità per partecipare così da permettere a tutti di dare la propria preferenza. Coraggio, tenacia, speranza: “Una bandiera per Bergamo” vuole raccontare tutto questo. Lo spirito bergamasco, di cui tutti abbiamo bisogno, mai come ora.Vota "Una bandiera per Bergamo".
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