Una città nella città, il modello
«Generavivo» per Bergamo
L’emergenza Covid ci ha insegnato che i legami sociali sono una parte essenziale nella vita di tutti noi e il momento storico che stiamo vivendo sta ribaltando molti schemi del passato. Se oggi potessimo progettare un nuovo modello abitativo, vicino alle nostre esigenze, quale tema metteremmo in cima alla lista? Famiglia, lavoro, tempo libero, salute, cultura? Ma soprattutto come cambierebbe la nostra vita se, in un unico luogo, potessimo abitare e, tutti, prenderci cura delle nostre relazioni affettive e professionali?
Domande che troveranno presto risposta varcando le porte di Generavivo, che sorgerà al Villaggio degli Sposi: un progetto di edilizia convenzionata promosso dalla Cooperativa Abitare Condividere e dai soggetti È.one abitarègenerativo e Namasté Cooperativa Sociale. I lavori in via Guerrazzi cominceranno a settembre e si concluderanno a marzo 2023: 61 unità abitative immerse nel verde, con una piazza comune di oltre 1.300 mq e 3.700 mq di parco-frutteto e orti sociali, per una ricca proposta di nuovi bilocali, trilocali, quadrilocali e villette autonome in classe energetica A4 e, quindi, dalle elevate performance termiche e acustiche. A capitolato sono infatti presenti diversi plus che strizzano l’occhio all’efficienza energetica e al comfort domestico (ventilazione meccanica controllata con scambiatore di calore, fotovoltaico, pompe di calore…).
Ripensare i quartieri
Ma definire Generavivo una mera proposta immobiliare sarebbe riduttivo (qui l’annuncio). Il progetto è infatti un nuovo concept che ripensa i luoghi abitativi come luoghi di vita a tutto tondo, in grado di contemplare tutte le nostre dimensioni esistenziali. Una visione profondamente innovativa, che contrasta con le logiche del passato volte a isolare l’abitazione rispetto a tutti gli altri luoghi della vita quotidiana.
Un modo di abitare tecnologico e inclusivo che mette al centro la dimensione sociale e relazionale tra gli abitanti, dove spazi interni e spazi esterni si fondono in un unico spazio di vita. Non è un caso, infatti, che Generavivo raccoglie l’eredità di un quartiere giovane, nato negli anni ’50 dalla volontà di don Bepo Vavassori di offrire a tanti ragazzi un luogo dell’abitare, dopo averli risollevati da situazioni difficili. Uno spazio di accoglienza e speranza, un’opportunità dove costruire una vita insieme.
Costruire legami
«L’obiettivo di Generavivo - sottolinea Matteo Sana, presidente della società cooperativa edilizia Abitare Condividere - è fare in modo che la qualità della vita delle persone migliori partendo dai contesti abitativi dove vivono. Se riflettessimo su come si sono sviluppate le abitazioni negli ultimi quarant’anni noteremmo che dal punto di vista tecnologico magari sono avanzate, ma hanno bandito le relazioni. Si è passati dalle antiche corti, dalle cascine e dalle case di ringhiera a una sorta di “fortini” più isolati: anche nelle prime ciascuno aveva i propri spazi privati ma al tempo stesso c’era una forte dimensione di reciprocità tra le persone, mentre oggi tutto questo si è disgregato sempre più. La nostra proposta vuole fare in modo che le famiglie che abiteranno questi luoghi si possano riappropriare della responsabilità di costruire meccanismi e processi che, attraverso la relazione, miglioreranno la loro qualità della vita».
Promuovere spazi comuni
Tecnologia e sostenibilità a parte, un’altra caratteristica essenziale di Generavivo, infatti, è la presenza di alcuni servizi essenziali come un ambulatorio medico-infermieristico, un micronido o uno spazio di co-working. E ancora living room, cucina condivisa, gioco bimbi, lavanderia/stireria, attrezzeria. Tutti spazi che configurano Generavivo come un vero e proprio progetto di abitare generativo dove vivere e affrontare da punti di vista diversi la dimensione di prossimità e rispondere ai bisogni delle persone con la creazione, ad esempio, di gruppi di acquisto solidale.
I residenti saranno trasversali per età e questo è un punto di forza del progetto: «Puntiamo molto sulla dimensione inter-generazionale e, non a caso, le famiglie che ad oggi ci hanno chiesto di venire a vivere qui sono molto diverse dal punto di vista dell’età – prosegue Sana -. La diversità, anche anagrafica, non è una criticità ma un valore e può favorire la collaborazione per rispondere alle diverse esigenze nella vita di tutti i giorni. Per esempio, ci sono anziani che mettono volentieri a disposizione parte del proprio tempo per badare ai bambini degli altri e, viceversa, di giovani che potrebbero portare loro la spesa».
Maggiori informazioni:
www.generavivo.it - [email protected] - Tel. 03519951544