Pecco e Jannik, due modi diversi di essere grandi
L’ANALISI. Strana domenica, quella in cui la Serie A lascia la scena a una Nazionale che innesta la retromarcia facendo riaffiorare fantasmi europei.
L’ANALISI. Strana domenica, quella in cui la Serie A lascia la scena a una Nazionale che innesta la retromarcia facendo riaffiorare fantasmi europei.
L’ANALISI. Nella settimana dell’addio al tennis di Rafa Nadal, il successo di Jannik Sinner nella finale del Master 1000 di Shanghai su Nole Djokovic – sotto gli occhi di Roger Federer e Carlos Alcaraz – ha il sapore di un passaggio di consegne generazionale.
IL PUNTO. Certo, sarà dura affrontare un weekend senza Atalanta proprio adesso che ci siamo rifatti gli occhi.
IL COMMENTO. Dal 1998, anno di uscita del celebre film che porta quel titolo, situazioni come quella vissuta dall’Atalanta nei primi 8’ della ripresa sabato sera a Bologna vengono definite di «Sliding doors», porte scorrevoli.
IL COMMENTO. Ormai non ci sarebbe nemmeno bisogno di ricordarlo. Anche perché la consuetudine dell’Atalanta al doppio (e poi magari più avanti triplo) impegno stagionale è tale che le tre partite in una settimana o poco più sono ormai diventate la regola.
IL COMMENTO . E poi arriva il momento in cui la retorica si deve fare parte. Perché ci sono cose, momenti, situazioni che solo la realtà può raccontare.
ITALIA. Un cartellino da timbrare. Un apostrofo grigio, per dirla alla Cyrano de Bergerac, tra le parole «festa» e «Supercoppa». Quella con il Real Madrid, che fino a Ferragosto ci sogneremo sotto l’ombrellone.
IL COMMENTO. «Sono legato all’Atalanta e lo sarò ancora». Parole e musica di Gian Piero Gasperini. Ultima gemma (penultima? C’è un terzo posto da portare a casa) di questa stagione ormai al tramonto anche se Bergamo vorrebbe non finisse mai.
IL COMMENTO. Il primo fu Eddy Merckx. Il Cannibale, quello con la C maiuscola, era lui. Pare che nel 1969, durante il primo dei cinque Tour dominati dal belga, la figlia del ciclista francese Christian Raymond – onesto faticatore del pedale che l’anno dopo avrebbe vinto la sua unica tappa alla Grande Boucle – abbia chiesto al padre come stesse andando la corsa, e la risposta sia stata più o men…
IL COMMENTO. Esauriamo subito i convenevoli. La Juve è sempre la Juve, ha grandi individualità, ha la capacità di far giocare male gli avversari, ha più esperienza a livello di finali.
L’ANALISI. Questa Atalanta, il cui spirito guerriero riflette la fiera componente longobarda che fa capolino nelle radici bergamasche, non dovrebbe trovarsi poi così male questa sera a Salerno.
L’ANALISI. L’Atalanta supera l’insidia Empoli e capitalizza al meglio un turno che poteva essere favorevole, ma non era scontato lo fosse.
L’ANALISI. Lookman? Dopo la Coppa d’Africa non era più lui. Touré? Un oggetto misterioso, con l’attenuante di una lunghissima assenza per infortunio e la speranza di vederlo al meglio nella prossima stagione. De Ketelaere? Grandi doti tecniche, però... Però c’era sempre un però.
L’ANALISI. Perde punti il Bologna, impegnato su un solo fronte. Perde punti il Milan, impegnato su due fronti.
IL COMMENTO. Dalla Viola a Viola. Sarà anche il colore di uno dei fiori primaverili più belli e profumati, ma l’Atalanta a questo punto meno se lo trova di fronte meglio è. Prima la Fiorentina, la Viola per definizione, in Coppa Italia.
LA DOMENICA DEL VILLAGGIO. Un lampo rosso all’alba, un lampo rossoblù al tramonto. Ci voleva altro che la nazionale azzurra vista in serata con l’Ecuador per scacciare le nubi della noia dal cielo di una domenica senza calcio, e questo «altro» è arrivato da Formula 1 e volley.