Museo Donizettiano
Il 15 maggio 2015, dopo un breve periodo di chiusura per restauro, riapre al pubblico il Museo Donizettiano, rinnovato nel percorso espositivo con postazioni sonore e interattive per l’ascolto dell’opera donizettiana. Il percorso è curato dal professor Paolo Fabbri, autore del volume “Donizetti. Ritratto in piedi”, nuovo catalogo del museo.
Le origini del Museo Donizettiano risalgono al 1897 quando, in occasione del centenario della nascita del compositore, la grande Esposizione a lui dedicata fece nascere l’idea di avere in città una mostra permanente per celebrare Donizetti.
Il primo e decisivo passo in questa direzione fu compiuto quando Giovanna Ginevra Rota Basoni, vedova del barone Scotti, il 15 dicembre 1902 donò alla Congregazione di Carità di Bergamo quanto di donizettiano ancora possedeva la sua famiglia. Quel gesto di esemplare liberalità e nobile civismo era infatti subordinato all’impegno esplicito di «custodire in perpetuo la preziosa raccolta in modo conveniente e decoroso tutta unita, ad eccezione dei libri, in quello dei locali della Pia Scuola di Musica, che presenti le maggiori garanzie […] e che verrà chiamato Museo Donizettiano. Si obbliga ancora la Congregazione accettante a non asportare mai dal locale, né lasciare asportare tutti od alcuno dei cimeli in nessun tempo e per nessun titolo anche di Esposizione od altro». Sbrigate le pratiche di accettazione (17 dicembre 1902) e autorizzazione (il 12 gennaio 1903, da parte del prefetto di Bergamo), il 15 maggio 1903 si perfezionava l’atto davanti a un notaio.
Erano in tutto 28 «Oggetti e memorie»: i mobili della camera di Donizetti (la poltrona, il letto e la coperta, il pianoforte che lo stesso compositore aveva acquistato per i Basoni a Vienna nel 1844), suoi oggetti personali, il ritratto fattogli da Giuseppe Rillosi nel 1848, cimelî, foto, lettere, alcuni pezzi di musica quasi tutti autografi, medaglie, libri.
Insieme coi cimelî donizettiani posseduti dal Municipio di Bergamo, fin lì custoditi nella Biblioteca Civica e concessi nel 1905, essi costituiranno il cuore e il nucleo propulsivo del Museo Donizettiano, aperto al pubblico il 15 settembre 1906.
Nel corso dei decenni il Museo si arricchì grazie a nuove donazioni (concreta testimonianza di una memoria storica viva e il più possibile condivisa) e all’entusiasta operosità di Guido Zavadini (1868-1958), che di fatto lo dirigerà dal 1909 alla morte. Suo è anche il primo Catalogo generale del Museo, pubblicato nel 1936.