Donizetti Opera: L'Ange de Nisida
In scena una #1stperformance: l'opera in quattro atti di Alphonse Royer e Gustave Vaez.
Si sapeva che La favorite (1840) aveva un precedente immediato, L’ange de Nisida, che Donizetti aveva scritto per il parigino Théâtre de la Renaissance (1839-1840) ma che non aveva mai raggiunto le scene, dato che quel teatro nel maggio 1840 aveva dovuto sospendere la programmazione per difficoltà finanziarie. Il compositore aveva accantonato quella partitura, senza darle l’ultima mano. Quelle parole e quella musica però non andarono perse, perché di lì a poco confluirono in La favorite, scritta per l’Opéra, dove debuttò il 2 dicembre 1840. Estraendo dalla partitura di La favorite ciò che proveniva dall’Ange, e integrandolo con porzioni scartate ma sopravvissute, la musicologa Candida Mantica ha potuto ricostruire questo titolo della piena maturità donizettiana, che ora giunge finalmente in scena in ‘prima’ assoluta (in forma solo di concerto la si era potuta ascoltare quest’estate a Londra).
Ambientato sulla costiera napoletana a fine ‘400, L’ange tratta dell’amore di re Ferdinando d’Aragona con Sylvia e del loro futuro matrimonio ostacolato dagli equilibri di potere fra la corte di Napoli e la Chiesa. Con questa storia s’intreccia l’amore che per questa donna nutre un giovane tanto valoroso quanto ingenuo e ignaro.
Scoperta la situazione dopo il loro matrimonio, favorito interessatamente dal re, vergogna per il disonore e conflitto tra amore ed espiazione distruggono il giovane.
L’ange prende avvio come commedia, e strada facendo incupisce sempre più le sue tinte, fino alla drammatica conclusione. Anche chi conosce La favorite vedrà che non si tratta di una sua prima versione con qualche modifica, ma di un genere di dramma decisamente diverso.
Edizione a cura di Candida Mantica (realizzazioni di Martin Fitzpatrick) © OperaRara / Peters, Lipsia; rappresentante per l’Italia Casa Musicale Sonzogno di Piero Ostali, Milano
Cabaletta inedita a cura di Candida Mantica (realizzazione di Federico Biscione) © Fondazione Teatro Donizetti