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Sabato
7
Settembre

Nel tempo che ci resta

Prosegue la 36esima edizione della rassegna teatrale "Segnali Experimenta" a Rocca Albani di Urgnano. In serata elegia per Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

Un cantiere abbandonato a Villagrazia, il luogo dal quale partì Paolo Borsellino per andare incontro alla morte. In questo cantiere un uomo fa rotolare per terra delle arance. Tra le lamiere appaiono quattro figure che il profumo delle arance ha tolto dalle ombre. Si chiedono dove sono, qual é la terra in cui si trovano. Si riconoscono. Sono le anime di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e Agnese Piraino Leto. L’uomo che ha lanciato le arance si presenta. É Tommaso Buscetta, il pentito di mafia. Le anime delle due coppie e del pentito, si raccontano in questo cantiere abbandonato.
I personaggi di quest’opera sono cinque e sono tutti morti. Agnese la moglie di Paolo è stata l’ultima ad andarsene. Per vent’anni aveva cercato inutilmente la verità. Prima di lei se n’era andato il pentito che aveva fornito le chiavi a Giovanni e Paolo per capire la mafia dall’interno. Dieci anni prima della sua uscita di scena, nell’arco di due mesi, in quella sciagurata estate del 92, erano stati uccisi Giovanni e Francesca e poi Paolo. Si ritrovano da morti, in un cantiere abbandonato, tra resti di macerie e lo sfondo del mare, per raccontarsi e raccontarci cosa è successo prima e cosa è accaduto dopo. I morti non serbano rancore, ricordano con precisione, intrecciano fatti, accadimenti, segnali, indizi.
Avevano visto e previsto tutto, anche la cattiveria e il tradimento. La lotta alla mafia, le vittime, i tradimenti, i pensieri, le vicende personali e pubbliche, la trattativa, l’isolamento, le menzogne, il senso di dovere e l’amore si intrecciano in questa ricostruzione di ciò che è accaduto e di ciò che continuerà ad accadere. Così i morti ricompongono la mappa devastata di un paese che amavano ma che non accettavano e proprio perché lo amavano e non lo accettavano, cercavano di cambiarlo. Ed è l’amore che viene fuori da questa scena, malconcio, pieno di polvere e detriti. Lo spettacolo è frutto di una ricerca di più di due anni sulle figure di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e Tommaso Buscetta.
Dalle loro biografie emerge la storia della mafia siciliana dal dopoguerra fino agli anni '90 e la denuncia dell'intreccio tra criminalità organizzata, affari, politica, servizi segreti deviati. Allontanandosi dall'idea di creare un documentario teatrale, lo spettacolo si presenta piuttosto come un’elegia, un atto d'amore e di gratitudine nei confronti di chi ha dedicato e oggi continua a dedicare la sua vita alla collettività e a una concreta testimonianza di coerenza, etica e giustizia. Il racconto della tragedia che ha segnato le vite dei due magistrati e delle loro famiglie non dimentica, nello spettacolo, i momenti di luce, di gioia, di ironia: l'amore di Giovanni e Francesca, di Paolo ed Agnese; gli scherzi tra i due amici; la serenità della loro infanzia. Abbiamo fatto una lunga ricerca iniziata durante un seminario.
Cercavamo immagini su alcuni temi quali: tradimento, inganno, omertà, mafia e giustizia. Nei seminari non parlavamo direttamente dell’argomento mafia. Volevamo agire in modo libero senza immergerci subito negli stereotipi e nei cliché che accompagnano l’immaginario legato alla mafia. Il lavoro di ricerca è proseguito con un gruppo più ristretto: cinque attori e alcuni aiutanti, lavorando sempre alla creazione di immagini e investigando sugli oggetti. Lamiere, panche, grandi pezzi di legno, corde elastiche, arance, camice, cravatte, bidoni vuoti, dei tanti, questi gli oggetti rimasti per il montaggio delle scene.
“Abbiamo lavorato anche su proiezioni di diverso genere, su diversi materiali e in diversi momenti. Abbiamo scartato la maggior parte del materiale prodotto. Nel frattempo, abbiamo studiato la storia di Falcone, Borsellino e Buscetta, la storia del depistaggio, la storia della mafia e abbiamo ridotto il campo alle cose che ci sembravano essenziali. Abbiamo letto e guardato testimonianze video fino a bruciarci gli occhi. Poi abbiamo scritto il testo, operazione difficile poiché non potevamo inventare fatti e dovevamo allo stesso tempo trovare un linguaggio che illuminasse questa storia da un angolo diverso. Il nostro scopo non è fare un documento ma costruire un fatto artistico dove verità, poesia, rigore e indagine possano unirsi. Questo spettacolo, dunque, non è la biografia di Falcone e Borsellino ma un omaggio, un monumento a questi due uomini e a questo ex uomo d’onore che li accompagna, li ama, e come noi viene sedotto dalla loro caparbietà, intelligenza, onestà e purezza”. César Brie

Testo e regia César Brie.
Con Marco Colombo Bolla, César Brie, Elena D’Agnolo, Rossella Guidotti, Donato Nubile.

La rassegna
Pochi soldi e tante idee: è questa la situazione attuale del festival teatrale più longevo e rispettato della provincia di Bergamo, quel “Segnali Experimenta” giunto - in questo 2024 - alla sua trentaseiesima edizione. Artisti di ogni tipo hanno consolidato, negli anni, la sua fama e la sua lungimiranza progettuale. Ricordiamo fra i tanti: Danio Manfredini, pluripremiato Ubu teatrale, Moni Ovadia, da noi prima del suo exploit al "Piccolo Teatro", il Marco Paolini del celebrato "Vajont", il Teatro delle Albe con le famose proposte multietniche, il boliviano Teatro de los Andes di César Brie e Naira Gonzalez ad Urgnano con 5 repliche nel loro primo tour europeo, Aurelio Grimaldi e le sue "Buttane" prima dello scandalo-successo di Cannes, l’osannata clownerie dell’italo-danese Paolo Nani e del cosmopolita Leo Bassi, e poi i Cantieri Teatrali Koreja, il Teatro Tascabile di Bergamo, Alfieri Magopovero, Teatro la Ribalta, Tony Comello, Teatro Ridotto, per finire con l’Odin Teatret, faro indiscusso del teatro di ricerca mondiale. Tutti teatranti passati da Segnali nel decennio 1990/2000. A questi si sono aggiunti, in anni più recenti, altri ospiti eccellenti quali il Teatro Persona, Tanya Khabarova, Alexei Merkushev, Fattoria Vittadini, Don Andrea Gallo, Kristjan Ingimarsson, Marcido Marcidorjs e Famosa Mimosa, Babilonia Teatri, Teatro Nucleo, Piccolo Parallelo, Antonio Attisani, Mario Barzaghi, Mariano Dammacco, Scena Verticale, Do Theatre e Teatr Novogo Fronta.

Contatti

Telefono: 035.891878 e 340.4994795
Email: [email protected]
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Data e Ora

Inizio: sabato 7 settembre 2024 21:30

Fine: sabato 7 settembre 2024 23:00

Giorni di apertura
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Documenti

Locandina

Luogo
Auditorium di Urgnano

Urgnano, Via dei Bersaglieri, 68