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Venerdì
6
Settembre

GH’ÉRA ÖNA ÓLTA

Proseguono gli appuntamenti della rassegna "Pagine verdi: cultura, colture e natura nel Parco" con uno spettacolo che parla di storie della veglia di stalla.

Lo spettacolo vuol essere un viaggio a 360° nelle tradizioni popolari della provincia bergamasca. Lo spunto all’operazione è dato dalla trilogia realizzata, tra il 1996 e il 2006, dal Laboratorio Teatro Officina e composta dagli spettacoli: “Refenìstola”, “Squàsc - Stòrie dé pura” e “Stòrie bergamasche”. La narrazione, suddivisa in nove storie, si sviluppa intorno alla figura del "Refenìstola", uno dei personaggi mitici della tradizione popolare bergamasca. In linea con una rigorosa ricerca sull'uso del dialetto in ambito teatrale, iniziata 25 anni orsono, l’LTO sperimenta, ancora una volta, i temi della fabulazione e del racconto e, con un balzo all'indietro di cento anni, va a ricercarne le origini, in riferimento alle figure degli ambulanti e dei vagabondi come narratori. I venditori di foglie di tabacco, i girovaghi che facevano ballare l'orso, i "bergamì" guardiani di bestiame e i "refenìstola" del titolo, che si fermavano a passare la notte nel fienile delle cascine, erano tutte occasioni per sentire fiabe e racconti. Con “Gh’éra öna ólta” si è tentato, inoltre, di recuperare lo spazio "rituale" e "fisico" proprio della fiaba popolare, collocandola nella veglia di stalla, momento di riposo dai lavori agricoli. La stalla come luogo del racconto, come luogo della lettura o dello scrivere, per chi aveva la fortuna di andare a scuola, come luogo d'incontro di una comunità.
Fra le storie riproposte dai precedenti allestimenti scenici ci sono “La mórta ornada” (La morta ingioiellata), “La smagia dé café” (La macchia di caffè), “Antónia, Antónièta” (Antonia, Antonietta), “Belzebù” (Belzebù), “La camisa dèl mórt” (La camicia del morto), “Iòlo e Cadéna” (Iolo e Cadena), mentre sono nuovi di zecca i racconti “Ol Barlèc - serpènt co i ale” (Il Barlec - serpente alato) e “Ol drago” (Il drago), unitamente ad alcune celebri filastrocche dell’orobica tradizione.
Come si evince dai titoli, ancora una volta, gran parte del repertorio narrativo proposto è costituito dalle cosiddette "storie di paura", cioè dai racconti che presentano le gesta dei folletti, dei diavoli, delle streghe e dei vari "spiriti" che popolavano le credenze popolari. Una considerazione in proposito: la narrazione di queste esperienze magiche aveva un valore iniziatico. Non a caso alle "storie di paura" venivano riservati i momenti più tardi della veglia di stalla, quando i bambini venivano mandati a letto, perché non si impressionassero sentendo particolari lugubri e spaventosi. Per un giovane l'essere ammesso ad ascoltare queste storie implicava, di conseguenza, il riconoscimento della sua raggiunta maturità.

Contatti

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Data e Ora

Inizio: venerdì 6 settembre 2024 17:00

Fine: venerdì 6 settembre 2024 18:00

Giorni di apertura
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Luogo

Piazza Brembana, via San Bernardo, 32