Gesù figlio dell'uomo
deSidera Festival prosegue con uno spettacolo di Kahlil Gibran.
Pubblicato nel 1928, cinque anni dopo Il Profeta di cui riprende lo stile solenne e metaforico mutuato dalle Sacre Scritture, Gesù figlio dell’uomo è un ritratto a più voci della figura del Cristo. Parlano personaggi del Vangelo come Maria, Giovanni il Battista, Pietro, Ponzio Pilato, Giuda, e parlano personaggi creati da Gibran, come la donna di Byblos, il logico, il poeta, l’astronomo.
In tutto sono 77 voci: alcune parlano una sola volta, altre due volte. Ma tutti, discepoli, amici o nemici, parlano di Gesù a partire da loro stessi: l’oratore vede in lui la perfezione dell’oratoria, il medico lo ritiene il miglior medico, il poeta lo considera il poeta supremo. L’ultimo a parlare è un uomo del ventesimo secolo, che la critica identifica con Gibran. Nel ritratto fantastico, corale, della figura del Nazareno, Gibran evidenzia il vigore, la forza, la potenza, la ribellione alla lettera della legge, piuttosto che la mansuetudine. Gesù, per Gibran, è soprattutto figlio dell’uomo, rappresenta il compimento e la realizzazione di ogni singolo uomo: la libertà, la pienezza, la passione dell’essere.
Di Kahlil Gibran
Progetto a cura di Ferruccio Filipazzi
Alla chitarra Claudio Fabbrini
Evento senza prenotazione