La piccola Magda
Per la Giornata della memoria delle vittime dell’Olocausto, la narrazione di una mamma intrappolata nelle emozioni che hanno devastato il suo copro e la sua anima in un continuo flashback tra passato e presente, a Caravaggio.
La piccola Magda è la narrazione di una mamma intrappolata nelle emozioni che hanno devastato il suo copro e la sua anima in un continuo flashback tra passato e presente
Tutto inizia con la notte dei cristalli; il cammino verso il lager, la solitudine dell’io di fronte alla dignità calpestata, fatta a brandelli. Una mamma che cerca, a tutti i costi, la sopravvivenza della piccola Magda e questa unica possibilità è un piccolo scialle. Una storia struggente che ci riporta alla memoria che nulla è più deprecabile che strappare la vita con violenza a bambini, donne e uomini. Nessun essere umano può essere considerato una pedina sacrificabile sulla scacchiera del gioco del potere e della guerra.
In questo lavoro si è voluto cercare la partecipazione emotiva dello spettatore non come “colui che guarda”, ma come “colui che vive” qui e ora, ed è testimone di qualcosa umanamente incomprensibile.
La lettura lascia il posto al corpo che prende voce.
In scena, un'unica persona.
Un urlo disperato, un lamento perso nel tempo.
«Ciao papà ,
ti saluto perché forse la prossima volta
che la mamma scrive sarò morta.
Qui li uccidono i bambini...ma io voglio vivere!»