Da Byrd a Part
Concerto di preghiere corali con il pluripremiato Ensemble vocale Calycanthus di Parabiago diretto da Pietro Ferrario impreziosito dalle incursioni al sax soprano e al clarinetto basso del polifiatista Guido Bombardieri.
Dopo la generosa esibizione di sabato scorso del cremonese Paolo Bottini, che ha intrattenuto i presenti con una scelta di celebri e meno celebri pagine tratte dal vasto repertorio operistico ottocentesco italiano adattate allo strumento a canne e la prima esecuzione assoluta del nuovo brano scritto da Simone Fontanelli, giovedì 3 ottobre la chiesa arcipresbiterale di Lallio si prepara ad accogliere il concerto conclusivo della decima edizione di Box Organi. Suoni e parole d’autore, rassegna ideata e diretta da Alessandro Bottelli e realizzata in collaborazione con Parrocchia e Associazione Libera Musica.
Una serata particolare, il cui ospite principale sarà l'Ensemble vocale Calycanthus di Parabiago (Mi), compagine pluripremiata e caratterizzata da una vitale versatilità (il repertorio dà spazio anche a jazz, pop-music e spiritual) nata nel 1997 su iniziativa dell’attuale direttore Pietro Ferrario (pianista, organista, compositore, didatta e direttore di coro formatosi alla eccellente scuola di Bruno Bettinelli), in dialogo con il saxofonista e clarinettista bergamasco Guido Bombardieri. Oltre ad aver tenuto concerti in tutta Italia e all’estero, il coro ha conseguito infatti una lunga serie di premi in concorsi corali nazionali e internazionali, tra cui si segnalano il 1° premio (Fascia Oro) al XIX Concorso Corale Nazionale di Quartiano (2001), il 1° premio assoluto in Fascia Oro nella categoria “Musica religiosa – Cori misti” al 5° Concorso Corale Internazionale “In...canto sul Garda” di Riva del Garda, con premio speciale al direttore (2003), il 1° premio assoluto al XXII Concorso Polifonico Nazionale “Guido d’Arezzo” ad Arezzo (2005), il 14° Gran Premio “Efrem Casagrande” di Vittorio Veneto (2006), il 2° premio nella categoria “elaborazioni corali di musica leggera e jazz”, premio FENIARCO come miglior coro italiano, premio speciale come miglior gruppo cameristico al 47° Concorso Internazionale “Seghizzi” di Gorizia (2008), il 1° premio all’8° Concorso Corale Nazionale “Città di Biella” nella categoria “ensemble solistici – gruppi vocali” (2012), il 2° premio ex-aequo (1° non assegnato) nella categoria cori misti al 9° Concorso Polifonico Nazionale del Lago Maggiore di Verbania (2018), il 1° premio cat. cori a voci miste e vittoria al Gran Premio al 2° Concorso Corale Nazionale “Giuseppe Savani” di Carpi (2023) e il 2° premio nella categoria cori misti al 14° Concorso Polifonico Nazionale del Lago Maggiore di Verbania (2023).
Nel 2007 ha inciso il CD di musica corale contemporanea “Aurora” per Bottega Discantica e nel 2012 il CD “So pop, so jazz”, per SMC di Ivrea. Il gruppo ha tenuto prime esecuzioni assolute di pagine di importanti compositori come Miškinis, Dubra, Corghi, Bianchera, e prime esecuzioni italiane o europee di brani di Sixten e Antognini, intraprendendo suggestivi percorsi tematici, tra i quali si ricordano l’esecuzione integrale delle Messe per doppio coro di Frank Martin e Joseph G. Rheinberger, oltre a un progetto sulla musica corale di Eric Whitacre e Ivo Antognini. Di rilievo la partecipazione alle edizioni 2016 e 2018 del Festival Internazionale MiTo Settembre Musica.
Il corposo programma del concerto, dedicato al commosso ricordo di Palmira Mangili (1956-2024), segretaria dell'Associazione Libera Musica da poco prematuramente scomparsa, si muove tra fulgidi esempi di preghiere corali che vanno dal Tardo Rinascimento alla contemporaneità , tratteggiando un ideale e suggestivo percorso spirituale di forte impatto emotivo. Si comincia con tre brani del prolifico William Byrd, compositore inglese di religione cattolica, autore di numerosi mottetti su testo latino durante tutto l’arco della sua vita, nonostante le persecuzioni religiose in atto nell’Inghilterra dell’epoca. L’esuberante Sing joyfully a 6 voci, il meditativo mottetto mariano Beata viscera a 5, e il famoso e abbagliante Vigilate a 5, sono tre componimenti che si distinguono per la complessa e geniale trama contrappuntistica. A questi segue l’Agnus Dei a 5 voci miste di Johannes Brahms, che fa parte di uno dei suoi capolavori corali giovanili, ovvero la Missa Canonica, scritta poco più che ventenne. Il compositore di Amburgo raggiunge qui un miracoloso e raro equilibrio tra una sofisticata tecnica contrappuntistica (tutta la composizione è costantemente in canone) e una stupefacente intensità espressiva. Sergej Rachmaninov scrisse i suoi Vespri op. 37 nel 1915 per la liturgia ortodossa, e risente fortemente dello stile ieratico, accordale, tipico del repertorio in questione, cui si dedicarono anche altri importanti compositori russi come Tchaikowsky, Tchesnokov, Gretchaninov. Quello che verrà eseguito è probabilmente il brano più famoso della raccolta: Bogorodidze Devo (Ave Maria, in lingua russa), un’autentica gemma del repertorio tardoromantico. Il concerto prevede anche un'anteprima assoluta: il Dies irae dal Requiem di Bruno Bettinelli, scritto dal compositore milanese durante la Seconda guerra mondiale. Questo Dies irae è un’ardua pagina, assai varia e articolata, la più lunga del suo Requiem, basata non solo sul testo della sequenza ma anche sull’omonimo tema gregoriano già ampiamente sfruttato dai compositori di tutte le epoche. Notevoli e contrastanti sono le situazioni espressive che si alternano nello sviluppo dell'opera. Non inganni l’anagrafe di un Bettinelli giovanile: in questo lavoro si scorge una consumata padronanza della tecnica contrappuntistica e una impressionante consapevolezza dell’evoluzione storica della polifonia, con chiari echi specialmente dell’epoca d’oro rinascimentale, resa però più attuale da più moderni percorsi armonici. L'Ensemble vocale Calycanthus presenterà integralmente il Requiem di Bettinelli il prossimo 20 ottobre nella Chiesa di S. Maria della Pace a Brescia: si tratta certamente della prima esecuzione in tempi moderni di questo importante e sconosciuto lavoro. De profundis è un piccolo grande capolavoro scritto nel 1964 dal compositore belga Vic Nees che riprende il tema dell’invocazione a Dio, prima sommessa e quasi soffocata, poi via via più agitata e drammatica. Solo alla fine del brano c'è spazio per uno stemperarsi della tensione, che apre alla speranza. Arvo Pärt è probabilmente uno dei più noti compositori di musica corale al mondo. Dopo gli esordi negli anni ’60 nel segno dell’avanguardia, ben presto il suo stile mutò radicalmente a favore di una ascetica, spoglia e severa essenzialità , in cui la ripetitività e i silenzi fra una frase e l’altra giocano un ruolo fondamentale. Da pacem Domine venne da lui iniziato nel 2004, due giorni dopo il terribile attentato ai treni di Madrid, in memoria delle vittime. Il testo in latino recita: “Dà pace, o Signore, ai nostri giorni, poiché non c'è nessun altro che combatterà per noi se non Tu, nostro Dio”. Tale testo latino subisce una frammentazione sillaba per sillaba: quasi un equivalente del puntillismo in musica. Da Est proviene anche Vytautas Miškinis, geniale compositore lituano che ha scritto una enorme quantità di musica corale di altissima qualità e ispirazione. Il suo Angelis suis fu composto nel 2006 come regalo di compleanno per il direttore di coro britannico Stephen Layton. Il testo è estrapolato dal Salmo 90 e afferma: “Dio darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutti i tuoi passi. Sulle loro mani ti porteranno: affinché il tuo piede non inciampi nella pietra”. E davvero ascoltando questo magico e celestiale intreccio di voci dalla trasparenza diafana, ci sembra quasi di avvertire da parte nostra, sebbene ancorati qui in terra, delle voci provenienti da altri mondi, delle voci di angeli del Paradiso... Il concerto si conclude con due pagine scritte da Pietro Ferrario, storico direttore del coro oltre che eccellente pianista, organista, compositore e didatta, più volte premiato in concorsi internazionali per le sue creazioni corali. La prima, Tota pulchra, è un mottetto mariano scritto nel 2019, che esordisce con una frase solistica dal sapore gregorianeggiante, cui risponde l’intero coro con una espressiva linea melodica ascendente, supportata dall’incedere lento e processionale delle altre voci, che porta ad un primo punto culminante. Il discorso si fa via via più articolato con richiami in imitazione tra le varie voci, sino a sfociare nella maestosa e massiccia sezione del “tu gloria Jerusalem, tu laetitia Israel”, dopo la quale dolci accordi riportano alla ripresa variata della prima parte. Laudate Dominum, è stato invece scritto nel 2013: si tratta di una pagina piuttosto vasta e articolata. L’esordio del pezzo è costituito da un ostinato, esposto dai bassi, volutamente imparentato con il basso delle Variazioni Goldberg di Bach. Su questo ostinato le altre voci entrano per stratificazione progressiva, sino al suggestivo tema affidato ai contralti, e quindi al controcanto dei soprani. Dopo una serie di variazioni su questo ostinato, si innesta la parte centrale, più ritmica ed armonicamente instabile, che porta al punto culminante del brano, ovvero la trionfale ripetizione del tema principale ai tenori, punto iniziale di un’abbreviata ricapitolazione della prima parte. Una lunga coda, basata sul materiale tematico sin qui esposto, suggella luminosamente la composizione.