Le lucertole di Battiato
A teatro un ricordo fra musica e poesia: una riflessione sull’oggi e sull’individuo attraverso il pensiero di Franco Battiato. Una serata profonda e diversa, per raccontare un grande artista, cantante e (soprattutto) filosofo e poeta.
Una serata profonda e diversa, per raccontare un grande artista, cantante e (soprattutto) filosofo e poeta. È in programma venerdì 15 novembre alle 21 al Teatro Imiberg di via Santa Lucia 14, a Bergamo (ingresso libero), la serata “Quante lucertole attraversano la strada”, una riflessione sull’oggi e sull’individuo attraverso il pensiero di Franco Battiato.
Il titolo riprende un passo di “Giubbe Rosse”, primo album dal vivo del 1989 del compositore siciliano, morto nel maggio del 2021. Non si tratta di un concerto tributo, ma di un “dialogo sonoro” ideato e realizzato da Gerardo Ferrara, giornalista e portatore di storie, con Massimo Cerra, musicista, ricercatore e compositore.
Ferrara, voce narrante, si propone di declinare “in forma d’arte e ragionamento” il percorso ideale di Franco Battiato. «Una rilettura di alcuni testi - spiega -, in una sorta di flusso di pensiero, del filosofo catanese la cui partitura è rappresentata dai temi, tanto ineluttabili quanto urgenti, trattati da Battiato: la letteratura, la filosofia, il sacro, le storie, le genti, il viaggio stesso. Un mosaico di suoni e fonemi la cui (ri)composizione fornisce a ognuno il tentativo di (rac)cogliere il frammento che più gli appartiene». Cerra accompagnerà il racconto con piano, flauto, voce e bodhran (tamburo irlandese).
Franco Battiato, nato nel 1945, è stato artista d’avanguardia per la varietà di stili musicali che ha approfondito e sperimentato, proponendo un “personale pop d’autore” (come definito dai critici), che ha avuto il suo apice con l’album “La Voce del Padrone” del 1981, e il celeberrimo brano “Cuccurucucù” in cui univa solo apparentemente alla rinfusa citazioni di Beatles, Rolling Stones, Dylan, Milva, Mina, Nicola di Bari e Chubby Checker. Sono decine i suoi successi indimenticabili.
Una carriera e un impegno infiniti sotto i riflettori del grande pubblico (per qualche mese fra 2012 e 2013 è stato anche assessore al Turismo della Regione Sicilia), ma anche un lavoro profondo di riflessione e meditazione, rintracciabile in capolavori come “La Cura” e nei brani oggi meno ricordati. È proprio il caso di Giubbe Rosse e di quella citazione dedicata alle lucertole che “attraversano la strada. Vanno veloci ed io più piano ad evitarle”. In quello stesso brano, qualche strofa dopo, non a caso appariva il contraltare di “quanti fantasmi ci attraversano la strada”. Una metafora sui corsi e ricorsi della vita di ciascuno e della storia. Perché quelle di Battiato non erano certo canzonette.